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Minniti: "Scudo anti-hacker per le elezioni"

19 ottobre 2017 | 10.32
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Minniti:

"Sulla cybersecurity abbiamo messo in piedi una grande infrastruttura protettiva per difenderci. Non ci saranno condizionamenti alle elezioni". Lo annuncia il ministro dell'Interno Marco Minniti in un'intervista a La Stampa. "Dopo la direttiva Monti del 2013 adesso abbiamo la direttiva Gentiloni sulla cyberdefense. Uno scudo basato su tre pilastri, che compongono la risposta unitaria del sistema paese. Il più importante ovviamente è la prima linea costituita dall’Intelligence, dalle Forze armate, dalla Polizia postale e dal Dis che coordina il tutto", spiega Minniti.

"Pochi lo sanno ma abbiamo messo in piedi un’alleanza con il mondo dell’accademia, abbiamo costruito un rapporto con 500 docenti italiani e un elevato numero di facoltà che ci tengono aggiornati", aggiunge il ministro. Inoltre, dice ancora, "stiamo puntando su giovanissimi cervelli. Selezioniamo un’avanguardia digitale anche prima dell’ingresso all’università, perché il rapporto con il web, come è noto, è inversamente proporzionale all’età". E tutto questo basta? "Non siamo al momento a conoscenza di elementi di minaccia, non c’è nulla che ci faccia pensare che le elezioni politiche possano essere condizionate. Ma la nostra, come dicevo, non è una tranquillità 'statica', abbiamo un’infrastruttura protettiva", sottolinea il responsabile del Viminale.

Al G7 ci saranno anche i rappresentanti dei Big Provider internazionali: Google, Twitter, Facebook, Microsoft. "Un segnale importante" secondo Minniti, "prima questa consapevolezza non era scontata. Il nostro obiettivo è una grande alleanza fra governi e provider contro il terrorismo. Bisogna trovare il modo di intervenire senza mettere in discussione la grande apertura democratica consentita dai social e dall’accesso alla Rete". In concreto "penso che si debba studiare con loro un sistema di blocchi automatici di questi contenuti. Tecnicamente è possibile", aggiunge.

REFERENDUM - Quelli che si terranno domenica prossima in Lombardia e Veneto "non sono referendum secessionisti, i quesiti sono del tutto compatibili con la Costituzione - afferma Minniti - Tanto che le Regioni interessate hanno stipulato un protocollo di cooperazione con il ministero dell’Interno. Si può ovviamente non essere d’accordo con il contenuto, ma nei referendum non c’è nulla che evochi una minaccia all’unità del paese".

SIRIA - "Dopo la caduta di Raqqa, i jihadisti potrebbero scappare sui barconi dei migranti" per giungere in Europa, dice il numero uno del Viminale. L'Islamic State, a giudizio di Minniti, "ha subito un drammatico rovescio militare ma non è sconfitto, non ancora. Con la liberazione di Raqqa non viene meno la sua capacità di attività terroristica e la sua irriducibile sfida alle democrazie e al mondo intero".

"Prima del collasso territoriale di Islamic State - spiega il ministro - era difficile che utilizzassero i flussi migratori per infiltrare delle cellule per un attentato terroristico; non vai a rischiare che un tuo asset prezioso, una cellula di combattenti addestrati, finisca su un barcone che affonda in mezzo al Mediterraneo. Ma adesso è diverso, c’è un cambiamento importante. Adesso stanno scappando, sono in rotta e c’è la fuga individuale. Una diaspora che può certamente utilizzare anche le rotte aperte del traffico di esseri umani".

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