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Bankitalia, Gentiloni sceglie Visco

26 ottobre 2017 | 15.04
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Ignazio Visco resterà al suo posto per un secondo mandato. La decisione è stata di fatto ufficializzata con l'indicazione del suo nome al Consiglio superiore di Banca d'Italia da parte del premier Paolo Gentiloni. A questo punto, mancano passaggi che sembrano solo formali per la nomina del Governatore: il parere non vincolante del 'board' di via Nazionale, la discussione in Cdm, che potrebbe anche essere accesa ma che non dovrebbe riservare sorprese sostanziali, e la firma del capo dello Stato Sergio Mattarella sul decreto.

Alla fine, come già emerso peraltro negli ultimi giorni, la decisione concordata da tempo da Gentiloni e Mattarella ha resistito alla sfida lanciata dal leader del Pd Matteo Renzi, con la mozione parlamentare che chiedeva discontinuità, e al clamore che ne è seguito. Secondo diversi osservatori, peraltro, proprio la 'forzatura' in extremis potrebbe aver rafforzato la convinzione di Quirinale e Palazzo Chigi dell'esigenza di preservare l'autonomia e l'indipendenza della banca centrale con una scelta all'insegna della continuità. A maggior ragione, con la legislatura alle battute finali e la delicata fase di transizione che si apre per l'Area Euro con la progressiva riduzione del piano di acquisto di titoli della Bce, annunciata oggi dal presidente Mario Draghi.

Del resto, le parole pronunciate dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan mercoledì alla Camera spiegavano la ratio della scelta: "La decisione del presidente del Consiglio, come ha fatto sapere la stessa presidenza nei giorni scorsi, saranno basate sulle prerogative a lui attribuite dalla legge ed ispirate alla salvaguardia dell'autonomia dell'istituto". E, andando oltre il senso letterale delle parole, l'autonomia sembra preservata con la conferma di Visco anche rispetto alle pressioni della politica.

In Banca d'Italia, i dieci giorni di passione seguiti alla mozione del Pd sono stati vissuti all'insegna della ferma difesa delle prerogative della banca centrale. Nel metodo, facendo riferimento al rispetto rigoroso della procedura di nomina e smentendo a più riprese l'ipotesi di un passo indietro di Visco. E, nel merito, guardando alla Commissione di inchiesta parlamentare come il luogo deputato a giudicare l'operato della Vigilanza nella gestione delle crisi bancarie. Anche l'opzione di assicurare continuità passando per un avvicendamento tra l'attuale Governatore e un membro del Direttorio, hanno avuto chances sia il direttore generale Salvatore Rossi sia il vice direttore generale Fabio Panetta, è stata considerata inappropriata in Via Nazionale.

Con una argomentazione chiara: la natura collegiale dell'assetto di vertice della Banca centrale, con il Direttorio pienamente responsabile delle decisioni che hanno rilevanza esterna, deve suggerire di non personalizzare la discussione sulle responsabilità di Via Nazionale circoscrivendola al solo Governatore. Restano sul tavolo, però, tutte le perplessità ribadite anche in queste ultime ore da Renzi. Il Governatore "avrà tutto il nostro rispetto istituzionale ma in questi anni Bankitalia è stata un punto di debolezza del sistema, non si può far finta di non vedere su Mps e a Vicenza".

Ancora, Bankitalia "non ha funzionato e il principio è chi sbaglia paga. Il governatore è in scadenza, se si ritiene di confermarlo mi auguro che i prossimi 6 anni siano migliori degli ultimi sei". Parole altrettanto nette che, con i lavori della Commissione di inchiesta appena avviati, prospettano un confronto serrato sull'operato della Vigilanza. Anche perché Bankitalia è convinta di poter far valere fino in fondo le proprie ragioni, carte alla mano.

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