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Renzi: "Futuro premier? Decide il Parlamento"

07 novembre 2017 | 13.46
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Mi dispiace che non ci sia Di Maio perché lo aveva chiesto lui. Non avevo capito che fosse una bufala di Gene Gnocchi". Matteo Renzi, ospite della trasmissione Di Martedì su La7 commenta con una battuta il forfait di Luigi Di Maio. "E' come quel compagno di classe che ti dice 'ti aspetto fuori', poi suona la campanella, esci e non c'è nessuno", anzi "il nulla come direbbe Gnocchi. Non è un modo serio".

Parlando poi di alcune critiche ricevute per essersi speso troppo poco per il voto in Sicilia, replica: "Quando si tratta di elezioni amministrative, locali, regionali io cerco sempre di non mettere il mio volto al posto di quello del candidato". Matteo Renzi è la personalità giusta per vincere? "Glielo dico il giorno dopo le elezioni politiche, il giudizio sul Pd si dà alle elezioni politiche". Chi sarà il premier "è un dibattito sterile" perché il "potenziale premier lo decide il Parlamento e il presidente della Repubblica che dà un incarico". "Quando le elezioni? Quando decide il presidente della Repubblica. Io avrei votato prima, avrei votato durante quest'anno, a giugno".

"D'Alema dice che io mi devo dare fuoco in piazza? Qual è la proposta di D'Alema? Siccome hanno scelto un altro partito, ognuno pensi al proprio partito" attacca Renzi."Lì dove io sono, non mi ci ha messo lei Floris o Bersani o D'Alema né mi ci sono messo io da solo, ma i due milioni alle primarie".

"Questa storia che il Pd ha perso... Sì, abbiamo perso in Sicilia, ma lo dite che nei sondaggi il Pd è il doppio di Forza Italia?" fa notare Renzi a Di Martedì. "Sulle coalizioni e sui collegi vedremo come andrà a finire, ma la mia opinione è che il Pd sarà il primo gruppo parlamentare e che il centrodestra si spaccherà il giorno dopo".

"L'elemento nuovo" di questi anni "sono i 986mila posti di lavoro in più. E io vorrei un altro Jobs act, con altri 986mila posti di lavoro". "Io me lo ricordo quando sono arrivato. a palazzo Chigi "con Obama che al telefono mi diceva che avremmo fatto la fine della Grecia. Alcune cosette sono cambiate...".

"La cosa che mi fa più male che nell'elettorato deluso da noi, la percentuale più alta è quella di chi dice che siamo stati troppo amici di chi ha potere". "Non credo che il Paese sia stanco e deluso - aggiunge poi a proposito delle parole di Pietro Grasso -, ci sono tanti che vogliono mettersi in gioco". "E' un anno che vengo dipinto come uno che vuole tornare a tutti i costi a palazzo Chigi" aggiunge Renzi. "Ma io ho un lavoro. E mi occupo anche del Pd, com'è normale che sia. Non ho l'ansia di dover per forza tornare lì a occupare la poltrona". Un nome per palazzo Chigi? "Ce ne sono tanti. Uno si chiama Paolo Gentiloni e non è lì per caso...". Quanto a Visco, dice: "Io avrei cambiato il governatore di Bankitalia, ma ho rispetto per Gentiloni che ha deciso in autonomia".

"Sono mesi che cercano di mettermi da parte, ma non ci riusciranno nemmeno stavolta" aveva scritto Renzi nel pomeriggio nella sua eNews. "Dire che il problema sono io - sottolinea -per il voto in Sicilia si colloca nello stesso filone: utilizzare ogni mezzo per togliere di mezzo l’avversario scomodo. Che poi è l’obiettivo di chi è contro di noi".

"Personalmente credo nella squadra", scrive Renzi. "Siamo un bel gruppo di persone e possiamo rivendicare sia i risultati del passato sia i progetti del futuro - prosegue il segretario del Pd -. Ma per farlo torniamo a parlare liberi, in mezzo alla gente. Qui non si molla di un centimetro. E anzi l'Ottava edizione della Leopolda avrà come simbolo L8: lotto per iniziate a scrivere se sarete con noi dal 24 al 26 novembre e per cosa lottate voi. L8, lotto per altro che mollare".

"Già oggi - sottolinea - siamo in coalizione. E siamo pronti ad allargare ancora al centro e alla nostra sinistra". "Le cose che abbiamo fatto al governo in questi anni hanno fatto uscire l'Italia dalla crisi, sia nel settore economico che in quello dei diritti - prosegue il segretario del Pd -. Se qualcuno ha idee migliori, le ascoltiamo volentieri. Non abbiamo veti verso nessuno, noi".

"Dopo la vittoria alle primarie di sei mesi fa ho girato - e continuo a farlo - l'Italia in lungo e in largo. Ho ascoltato, incontrato, condiviso: eppure tutti i giorni si leggono solo notizie in politichese su accordi, litigi, discussioni. Quello che ci preme è far sì che il Pd stia in mezzo alla gente, non blindato nelle chiacchiere di palazzo", spiega Renzi.

"Forse sarebbe il caso di dire - continua - che se qualcuno dentro il Pd pensa di passare i prossimi mesi a litigare fa un grande regalo a Silvio Berlusconi e a Beppe Grillo. Sono mesi che si discute, si media, si fanno compromessi, si limano documenti: una vita fantastica, lo immaginate".

"Personalmente - prosegue Renzi - penso che sia arrivato il momento di cominciare la campagna elettorale. Da un lato c'è Berlusconi, dall'altro Grillo: due schieramenti pieni di estremisti e populisti. Noi siamo nel mezzo. Tiriamo fuori le migliori idee e i migliori candidati. E poi scelgano i cittadini". "Ma quello che deve essere chiaro è che io non posso essere il segretario dei caminetti tra correnti, degli equilibri e dei bilancini - spiega il segretario dem -: io sono perché tutti nel Pd si sentano a casa, rispettando il pluralismo e mettendo i migliori in lista. Ma sono anche perché finalmente si parli agli italiani e con gli italiani". "Basta chiacchierarsi addosso. Con la Direzione Nazionale del 13 novembre si inizia la campagna elettorale, altrimenti facciamo il gioco degli avversari", conclude Renzi.

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