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Non solo Di Battista, 14% grillini non tornerà in Parlamento

21 novembre 2017 | 14.33
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(Fotogramma)
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Alessandro Di Battista ma non solo. Quasi il 14% dei parlamentari grillini non tornerà in Parlamento per il secondo mandato: su 123 eletti, almeno 17 non dovrebbero presentarsi alle prossime elezioni. Mentre tra Camera e Senato si attendono le regole 5 Stelle per correre alle politiche - nel timore diffuso che a qualcuno venga negata la possibilità di ricandidarsi - c'è infatti chi ha già deciso di ritirarsi dalla corsa e dire addio a Montecitorio o Palazzo Madama, almeno per la XVIII Legislatura. Silvia Giordano, Vega Colonnese e Vincenzo Caso hanno già scelto di non esserci. Con buone probabilità rinunceranno alla possibilità di giocarsi il secondo mandato anche Matteo Mantero (marito di Giordano), Andrea Colletti e Rosa Enza Blundo.

Passi indietro, tra i 5 Stelle, ma anche passi di lato. Nicola Bianchi, Ivan Della Valle, Luigi Gaetti ed Enrico Cappelletti non potranno ricandidarsi, 'bruciati' dalla regola 5 Stelle che nega agli eletti la possibilità di due mandati. Roberta Lombardi, Massimo De Rosa e Ferdinando Alberti hanno scelto altri lidi: non cambieranno casacca ma correranno per le regionali, la prima candidata governatrice nel Lazio, De Rosa e Alberti alla conquista della Lombardia. C'è poi la vicenda dei sospesi dal Movimento per il caso firme false a Palermo: a Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino, assicurano fonti interne al Movimento, non verrà data la possibilità di ricandidarsi, almeno nelle file grilline.

Chi invece ha deciso di non giocarsi una seconda possibilità autonomamente, lo ha fatto il più delle volte per realizzarsi fuori da quei Palazzi che i 5 Stelle degli esordi sognavano di aprire come una 'scatoletta di tonno'. E così, mentre il 'Dibba' scriverà libri, c'è chi sogna di aprire una libreria, come il ligure Matteo Mantero: "Da un lato -dice all'Adnkronos - mi piacerebbe portare avanti delle battaglie intraprese in Parlamento, come quella sul testamento biologico. Poi però penso anche che ora, che sono giovane e in forze, dovrei essere più pragmatico e realizzare quel che desidero fare nella vita".

Tra chi lascia c'è anche qualche rinuncia che lascia l'amaro in bocca. "Non mi ricandido perché ho scelto di fare la mamma - dice Colonnese all'Adnkronos - anche nei lavori più privilegiati la maternità rischia di essere un ostacolo. Ho due bambini di 6 anni e 10 mesi, fare un secondo mandato vorrebbe dire perdere i loro anni più belli. Se fosse un lavoro definitivo sarebbe diverso, ma tenermi impegnata altri 5 anni facendo spola tra Napoli e Roma non è quel che sogno per loro". Colonnese assicura che continuerà il suo impegno nei 5 Stelle da attivista.

Come lei e Di Battista, tutti quelli che hanno deciso o stanno accarezzando l'idea di non giocarsela. "E' una pausa dalle Istituzioni - conferma Caso - di certo non dal Movimento. Ma in me prevale la voglia di riprendere in mano la mia vita". "E' giusto dare spazio agli altri - gli fa eco Giordano - io continuerò a dare il mio contributo dall'esterno".

In forse l'abruzzese Andrea Colletti, professione avvocato. "Da un lato la voglia c'è - dice - dall'altro non vorrei minimamente farmi altri anni di opposizione: possiamo lasciare questa opportunità a nuovi eletti che facciano esperienza sul campo con il nostro supporto. Mi manca parecchio il mio lavoro che in questi anni ho messo un po' da parte".

Tra chi non vedrà la XVIII Legislatura, c'è poi chi si trova spalle al muro per la regola tutta grillina dei due mandati. Della Valle, già consigliere comunale a Rivoli per i 5 Stelle; i senatori Gaetti e Cappelletti, il primo consigliere a Curtatone, paesino nel mantovano, nel 2000 per una lista collegata alla Lega Nord, il secondo eletto in una circoscrizione del Comune di Padova; Nicola Bianchi, consigliere comunale di Sennori, realtà di 7.400 abitanti nella provincia di Sassari.

Bianchi racconta di aver coperto la carica che gli costerà il secondo mandato in Parlamento "solo per un anno, con la promessa elettorale di dimettermi se non avessimo vinto le elezioni. Così ho fatto, quando Grillo assicurava che non avremmo presentato liste per il Parlamento, non avevo dunque secondi fini". Eppure oggi "per me l'opzione di ricandidarmi praticamente non esiste", spazzata via dalla regola 5 Stelle tanto cara a Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo.

"Non sarò certo io a fare barricate - assicura Bianchi - anche perché oggi lascerei il Parlamento relativamente giovane, tra 5 anni potrei trovare qualche problema in più a riaffacciarmi nel mondo del lavoro. Io sono un perito aziendale, la regola dei due mandati si regge su un principio bellissimo, ma è innegabile che poi, nella pratica, crea qualche problema".

Vedono invece tramontare la possibilità di un secondo mandato, assicurano fonti autorevoli del M5S, i tre sospesi per la vicenda delle firme false a Palermo, Nuti, Mannino e Di Vita. "Ma la mia mano è sempre tesa - dice Nuti all'Adnkronos , in passato presidente del gruppo di Montecitorio - noi siamo a tutti gli effetti del M5S, anche ora che siamo sospesi continuiamo a restituire" parte degli stipendi e diaria "e a portare avanti il lavoro fatto in questi anni. Restare divisi non giova a nessuno, essere del Movimento è uno stile di vita e questo non c'è nulla e nessuno che può cancellarlo".

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