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Torna il gelo tra Berlusconi e Salvini

28 novembre 2017 | 18.31
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(Fotogramma)
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Torna il gelo tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Stavolta il motivo del contendere non è solo il nodo della leadership, ma la giustizia. Oggi il segretario del Carroccio è tornato a bocciare l'idea del Cav di candidare a palazzo Chigi l'ex generale dell'Arma dei carabinieri, Leonardo Gallitelli: "Non puoi candidare Marchionne, Draghi, Tajani, Montezemolo, Gallitelli, non stiamo facendo la squadra del Milan...". Al leader della Lega non è bastata la precisazione fornita da Arcore ai giornali (''Gallitelli era solo un esempio ''), perchè, spiegano, "i nomi della futura squadra di governo in caso di vittoria vanno scelti insieme" e "non certo anticipati alla stampa", ''basta con i colpi di teatro da campagna elettorale''.

Dietro la protesta del segretario del Carroccio c'è soprattutto la delusione per il comportamento di Fi che in commissione Affari costituzionali di Montecitorio si è astenuta sull'eliminazione dello sconto di pena per i reati di omicidio e stupro proposta dalla Lega e sostenuta anche da Pd, M5S e Fratelli d'Italia. "Se non si è d'accordo sulla cancellazione dello sconto di pena e il rito abbreviato per i colpevoli di omicidio e stupro, non si è d'accordo su nulla", avverte Salvini in una conferenza stampa convocata ad hoc alla Camera stamane.

Gli emendamenti soppressivi dell'intera legge presentati nella notte dal partito azzurro, insieme a Mdp e Sinistra italiana, raccontano fonti leghiste, è stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso. Da qui l'altolà salviniano e la minaccia di far saltare l'alleanza con Fi: ''A Berlusconi chiedo serietà: un'alleanza c'è, se c'è serietà''.

(Adnkronos) - La reazione di via Bellerio, raccontano fonti azzurre, non sarebbe affatto piaciuta ad Arcore. Infastidito dai toni, Berlusconi avrebbe invitato l'alleato a evitare le polemiche, perchè con il nome di Gallitelli ha voluto solo tracciare l'identikit del futuro premier o ministro di un governo di centrodestra, niente di più.

Nessuna voglia di 'scavalcare' gli alleati nella scelta della futura squadra di palazzo Chigi, assicurano a palazzo Grazioli. La Lega, insomma, non si fida e fa sapere che sulla giustizia ''si pone un problema politico serio''. ''Sorprende l'astensione di Fi, spero che si ravveda: dovrebbe porsi il dubbio di come mai i loro alleati in questa battaglia sono Sinistra italiana e Mdp", si sfoga il capogruppo del Carroccio alla Camera, Massimiliano Fedriga.

L'azzurro Francesco Sisto, autore di uno degli emendamenti all'articolo 1 della pdl Molteni sull'inapplicabilità del rito abbreviato per i cosiddetti reati efferati punibili con l'ergastolo, prova a gettare acqua sul fuoco: '''Con la Lega non c'è nessun disaccordo, i temi della giustizia penale, e lo dico con molta franchezza, non sono temi politici ma giuridici. Riguardano scelte che prescindono dalla condivisione di un percorso politico". Visto il clima di tensione, sembra difficile a breve, raccontano, un incontro a tre, Berlusconi, Salvini e Meloni sul programma e il nodo delle candidature.

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