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Banca Etruria, ecco cosa disse Boschi in Parlamento

20 dicembre 2017 | 13.20
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Maria Elena Boschi alla Camera il 18 dicembre 2015 (Fotogramma)
Maria Elena Boschi alla Camera il 18 dicembre 2015 (Fotogramma)

"Una campagna politica contro la mia famiglia e il governo". E' il 18 dicembre 2015 quando l'allora ministra delle Riforme Maria Elena Boschi replica in Parlamento alla mozione di sfiducia contro di lei presentata dal Movimento Cinque Stelle a seguito della questione Banca Etruria. Vicenda complessa sulla quale oggi è stato ascoltato l'ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni e che presenta ancora molti nodi da sciogliere.

Due anni fa i pentastellati accusarono l'attuale sottosegretaria di conflitto di interessi perché il padre Pier Luigi per qualche mese rivestì il ruolo di vice presidente. In Aula, Boschi negò tutte le accuse. E alla Camera la mozione di sfiducia venne respinta, ottenendo 123 sì e 373 no. Il discorso della sottosegretaria fu eloquente.

"Ci sono stati atti che hanno favorito mia famiglia? C'è stato un favoritismo, una corsia preferenziale? Se la risposta fosse sì sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni" disse Boschi, aggiungendo che "se mio padre ha sbagliato deve pagare, non ho dubbi. Nell'Italia che stiamo costruendo non c'è spazio per due pesi e due misure. Ma questo non lo giudica il tribunale dei talk show o l'opposizione che strumentalizza vita e morte delle persone".

"Sono la prima nella famiglia Boschi a essersi laureata, ricordo la gioia e la commozione di mio padre - disse l'allora ministra -. Noi figli sappiamo cosa ha fatto per farci studiare, lui figlio di contadini che per andare a studiare faceva chilometri e 40 minuti di treno". "Questa è la storia semplice, umile e forte della mia famiglia, non quella delle maldicenze e delle meschinità che sono state scritte" ribadì Boschi.

Su Banca Etruria la sottosegretaria spiegò che possedeva "1557 azioni di banca Etruria, 1500 euro il valore iniziale". "Ora valgono zero" aggiunse. Boschi si difese poi bollando come "suggestiva l'idea che io fossi proprietaria della banca Etruria, o che la mia famiglia, 5 soci su 60mila in totale, fosse proprietaria della banca". "Dire che banca Etruria è della famiglia Boschi - osservò - è una cosa che poco corrisponde alla realtà dei fatti".

Il ministro sottolineò anche che "né io né i membri della mia famiglia hanno acquistato azioni mentre io ero al governo. L'ultimo acquisto è del luglio 2013. Non c'è stata n'è vendita né acquisto di azioni, nessuna plusvalenza. Per chiarezza dico che stiamo parlando di 369 euro mai realizzati perché non c'è mai stata vendita di azioni".

"Dov'è il favoritismo nell'aver fatto perdere l'incarico a mio padre? - chiese Boschi -. Dov'è il favoritismo nella sanzione di Banca d'Italia verso mio padre?. Io come ministro sono sempre stata dalla parte delle istituzioni, non ho mai favorito la mia famiglia o i miei amici". "Non c'è conflitto di interessi, alcun favoritismo o corsia preferenziale. Chi ha sbagliato paga e pagherà - disse ancora Boschi -. Non ho tutelato la mia famiglia, questo governo ha tutelato le istituzioni"

"Mi rendo conto che fare il ministro a 34 anni con un ruolo di responsabilità attira maldicenze e invidie - concluse Boschi -. Non mi fanno paura, sento l'amicizia e l'affetto di tanti colleghi e cittadini che mi incoraggiano ad andare avanti". Poi, rivolgendosi ai detrattori, l'ex ministra affermò: "Se volete attaccare il governo lasciate perdere. Questo governo è attrezzato per subire attacchi e per portare a termine il cambiamento. Continueremo ad andare avanti con libertà e il coraggio di chi sa di dare all'Italia una nuova opportunità".

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