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Sicilia, Figuccia si dimette da assessore

27 dicembre 2017 | 20.28
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(Fotogramma)
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Vincenzo Figuccia si dimette da assessore regionale all'Energia. "Oggi più che mai - dice - sento di essere un uomo libero e da tale condizione continuo a portare avanti le mie idee, rimanendo fedele al mandato degli elettori che mi hanno votato per tutelare la posizione dei cittadini, di chi soffre, di chi vive una condizione di difficoltà economica e di chi è lontano dai palazzi dorati. La mia maggioranza è la gente che ha creduto in un’azione di cambiamento e di discontinuità". 

"Ci sono tante aspettative verso questo governo, che sono certo non verranno disattese - aggiunge - ma non posso non tenere conto degli accadimenti politici, consumatisi nelle ultime ventiquattro ore, che ledono la dignità dei cittadini siciliani, consegnano un’immagine inopportuna e distorta e che rendono impossibile la prosecuzione del mandato di assessore all’energia e ai servizi di pubblica utilità, conferitomi dal presidente Musumeci".

Figuccia chiarisce che "si tratta di una decisione maturata dopo profonda e attenta riflessione, ponderata su aspetti di carattere politico e supportata da valutazioni di natura tecnica e personale. Per queste ragioni - conclude - ho deciso di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni, rimanendo garante e anello di congiunzione fra i cittadini e i luoghi deputati a legiferare per il cambiamento. Continuerò a lavorare per le reali priorità di questa terra, in linea con i percorsi concreti che il presidente Musumeci sono certo sarà capace di creare con il conforto, il sostegno e la condivisione dei siciliani che meritano di sognare e, soprattutto, di avere un futuro migliore". 

TETTO STIPENDI - Figuccia ha duramente attaccato il presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè sui tetti degli stipendi dei dipendenti di Palazzo dei Normanni. Nel giorno di Santo Stefano, Figuccia, che fino a pochi mesi fa era un autorevole esponente di Forza Italia e che prima delle regionali si è iscritto all'Udc, ha criticato Miccichè, che ha annunciato che dal primo gennaio torneranno i vecchi stipendi, con aumenti anche sostanziosi.

E oggi ha rincarato la dose. "E perché mai dovrei fare un passo indietro? - ha ribadito in un'intervista all'Adnkronos prima dell'annuncio delle dimissioni - Bisogna andare avanti difendendo con coraggio le proprie idee. Io sono un uomo libero e voglio continuare a esserlo".

"Mi interrogo, invece, sulla opportunità di uomini che dovrebbero avere un importante ruolo istituzionale e che avrebbero dovuto avere altri esordi - ha aggiunto - Tanto per essere chiari, mi riferisco a Gianfranco Miccichè". Un attacco tutto interno alla maggioranza. Il commissario regionale Udc Giuseppe Naro ha preso le distanze da Figuccia parlando di "dichiarazioni inopportune".

"Eppure - ha detto Figuccia con un sorriso - ho ricevuto tantissime telefonate, soprattutto da esponenti del centrodestra, da amministratori locali e sindaci, che hanno detto che ho fatto bene. Magari preferiscono non dirlo pubblicamente... Ma si riconoscono in un centrodestra vicino alla gente". "Dal presidente dell'Ars - ha proseguito - Io mi sarei aspettato che parlasse di come accelerare i processi legislativi che portano all'approvazione di una norma in aula. Mi sarei aspettato che venissero affrontate soprattutto le condizioni di marginalità sociale in cui vive tanta gente, non l'aumento di stipendi di chi già guadagna tanti soldi". Ed ha aggiunto: "Da uomo cattolico impegnato in politica, non posso che schierarmi dalla parte di chi soffre". Ieri come oggi Figuccia è convinto che "questa maggioranza ha sbagliato a votare Miccichè".

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