cerca CERCA
Venerdì 19 Aprile 2024
Aggiornato: 00:15
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Bonino rompe con il Pd

02 gennaio 2018 | 08.25
LETTURA: 5 minuti

 - FOTOGRAMMA
- FOTOGRAMMA

Il 'matrimonio' tra Emma Bonino e il Pd non si farà. Nessun passo avanti nella giornata di oggi. Anzi. E, al momento, resta chiusa l'ipotesi di alleanza tra Pd e la lista +Europa, promossa da Emma Bonino e Benedetto Della Vedova. Con l'aggiunta dell'irritazione della leader radicale per le voci, circolate in ambienti dem, che ridurrebbero tutta la faccenda a una questione di candidature. "Di male in peggio", attacca Bonino in una lunga nota. La replica dal Pd è affidata al vicesegretario Maurizio Martina che assicura l'impegno della "macchina organizzativa" dem a venire incontro a +Europa nella raccolta firme, ma senza cambiare le regole: "Noi non possiamo cambiare l'interpretazione delle leggi", chiarisce Martina. E anche dal Viminale, chiamato in causa da Della Vedova che ha parlato di "muro di gomma" da parte del ministro Marco Minniti, arriva una precisazione: la legge sulla raccolta firme è chiara, non sono possibili interpretazioni. Una sequenza che fa confermare, in serata, al segretario radicale Riccardo Magi che +Europa correrà da sola alle elezioni: "Non c'è stata la volontà politica da parte del Pd" di risolvere la questione firme. Magi declina anche l'offerta di 'Insieme', la lista promossa da Verdi, socialisti e ex-prodiani di unire le forze in una lista comune alleata con il Pd. "Il nostro è un progetto politico che può esprimersi solo attraverso la presentazione di una nostra lista".

"Nessuna risposta dal Pd e accuse sui 'posti', di male in peggio", è l'attacco di Bonino. Dice la leader radicale: ai nostri rilievi sulla raccolta firme, sottolinea in una nota, "la risposta ufficiale del Pd è stata: 'Vi aiuteremo a raccogliere le firme'. Che è più o meno come dire: 'Se non avete il pane, vi daremo le brioche'. La risposta ufficiosa, che inizia a trapelare copiosa sui giornali e sulle agenzie di stampa, è che staremmo facendo grane per una questione di 'posti': cosa platealmente falsa, visto che il problema che poniamo riguarda i 'loro', non i 'nostri' candidati uninominali", attacca. "Per avviare la raccolta delle firme in alleanza con il Pd, +Europa -prosegue Bonino- dovrebbe, secondo il Viminale, avere e scrivere oggi sui moduli per Camera e Senato i nomi precisi (e non modificabili) di 348 candidati uninominali del Pd e delle altre liste della coalizione, esentate dalla raccolta firme. Nomi che per questo saranno decisi, come al solito, negli ultimissimi giorni o più probabilmente all'ultimo giorno (il 29 gennaio), quando nel giro di poche ore sarà impossibile raccogliere, autenticare e corredare dei certificati elettorali le firme di 25.000 italiani". "Insomma, noi diciamo loro che non possiamo scrivere sui nostri moduli se e dove si candideranno Renzi, Martina, Orfini, Franceschini, Minniti, Fassino, Rosato, Zanda, Nencini, Lorenzin.. (e potrei continuare con centinaia di nomi) e loro anziché risponderci ci accusano di fare manfrina per le nostre eventuali candidature. Insomma, di male in peggio", conclude Bonino.

In serata la replica del Pd con Martina: "Il Partito Democratico è pronto a siglare un'intesa con la lista Più Europa di Emma Bonino. Non ci sono ostacoli politici, ne' questioni legate alle candidature nei collegi. Non tocca però a noi esprimerci sulla costituzionalità o sull'interpretazione delle leggi", dichiara il vicesegretario del Pd e aggiunge: "Agli amici radicali offriamo piena collaborazione e un percorso comune. Tuttavia, per chiudere questo lavoro bisogna ovviamente essere in due e per questo speriamo ancora che Più Europa voglia esserci; diversamente ne prenderemo atto. Noi però non possiamo cambiare l'interpretazione delle leggi". "Sappiamo di potere condividere le candidature e di poter raccogliere insieme le firme necessarie in pochi giorni; tutta la macchina organizzativa del Pd è pronta e a disposizione per questo obiettivo. Ma è decisivo voler superare il problema, costruendo un'intesa utile alle nostre ragioni comuni: noi ci siamo", conclude. Parole che per Magi sono la conferma della non volontà del Pd a chiudere l'accordo con +Europa: "Martina dice che le leggi vanno rispettate. Rispondo non c'è stata la volontà politica da parte del Pd di dare un'interpretazione della legge elettorale più coerente con la Costituzione" in modo da superare il problema della raccolta firme. "Noi abbiamo passato gli ultimi mesi a parlare con tutti i soggetti istituzionali dal Parlamento, a palazzo Chigi, al Viminale, al presidente Mattarella -prosegue Magi- e tutti ci hanno dato ragione a parole ma non è successo nulla. E' mancata la volontà politica e istituzionale" di risolvere la questione. E quindi? "Quindi noi andremo avanti da soli".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza