La propaganda politica cambia passo. Negli anni social, anche i candidati si adeguano. Addio quindi ai cartelloni su strada 6 metri per 6. Addio a simboli storici come quelli della DC o del Partito Comunista. Addio a slogan rimasti nella storia e nell'immaginario degli italiani, come il berlusconiano 'Meno tasse per tutti'. I manifesti elettorali abbandonano le strade.
Tra Twitter, Facebook e Instagram, la politica cerca di arrivare dentro la vita delle persone: basta un post giusto (ma, a volte, anche un epic fail) per ottenere condivisioni su condivisioni, trasformandosi in un contenuto virale capace di raggiungere migliaia di persone, ovunque e in qualunque momento. Spesso in tempo reale. E, sicuramente - in anni di spending review - anche a basso costo.