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Politica

Il cruccio che tormenta Berlusconi

08 marzo 2018 | 06.57
LETTURA: 4 minuti

Berlusconi (Xinhua)
Berlusconi (Xinhua)

E' il suo cruccio di sempre. Non vuole essere ricordato per il 'bunga bunga' e gli scandali giudiziari, ma come l'uomo del fare che ha salvato del Paese dal pericolo comunista e in quasi dieci anni di buon governo ha lavorato solo per il bene dell'Italia. Silvio Berlusconi punta alla sua piena riabilitazione. E non gli interessa più di tanto ritornare in Parlamento e ottenere lo scranno di senatore.

Ora che Forza Italia si è fatta scavalcare per la prima volta dalla Lega e Matteo Salvini ha il diritto di fare il candidato premier, il Cav si limita a fare il king maker del centrodestra, il ''regista'' e ''garante dell'unità della coalizione''. E non accetta di sentirsi un'anatra zoppa a causa della condanna per frode fiscale la cui pena è stata espiata il 14 aprile 2015, anche grazie all'indulto. Vuol recuperare quell'agibilità politica e istituzionale che gli è stata tolta dalla legge Severino (per effetto di questa legge non solo è ex senatore decaduto dalla carica, ma anche incandidabile fino al 2019) e, raccontano fonti azzurre, sarebbe pronto a tutto.

Come sempre, l'ex premier si tiene aperte più strade. Confida ancora in un verdetto positivo della Corte di Strasburgo ma in attesa di un suo pronunciamento avrebbe deciso di presentare, tramite i suoi legali, la domanda di riabilitazione, la cui decorrenza inizia proprio oggi. A partire dall'8 marzo, infatti, Berlusconi può chiedere la riabilitazione, visto che proprio allora scadrà il termine di tre anni (fissato dall'articolo 179 del codice penale) dall'espiazione ai servizi sociali della sua condanna. Competente a decidere sull'istanza sarebbe il tribunale di sorveglianza di Milano.

Si tratta di una misura che consente ai condannati che hanno espiato l'intera pena e nel frattempo abbiano mantenuto buona condotta, di vedere cancellata la sentenza emessa nei loro confronti. Servono "prove effettive e costanti di buona condotta", precisa la norma in questione. E la buona condotta dipende non tanto dallo stile di vita del condannato ma va legata innanzitutto al suo comportamento nello sconto della pena per frode fiscale. L'effetto, dunque, è la cancellazione di 'ogni traccia' anche dalla fedina penale. La Severino prevede, infatti, espressamente la riabilitazione come una causa di estinzione delle sanzioni.Accantonata la 'candidatura con riserva', ovvero la richiesta di potersi candidare ugualmente alle elezioni, in attesa della decisione della 'Grande Chambre' di Strasburgo, sono due le possibili exit strategy studiate dagli avvocati berlusconiani, sotto la supervisione di Niccolò Ghedini: la riabilitazione appunto e la Corte europea dei diritti dell'uomo. Più difficile, almeno sulla carta, l'opzione di Strasburgo, visto i tempi lunghi delle sentenze della Corte Ue. Se, però, la Corte europea dei diritti dell'uomo dovesse dargli ragione, il Cav potrebbe riconquistare la piena legittimazione politica e, grazie all'escamotage delle elezioni suppletive, potrebbe ricandidarsi. Se, invece, il verdetto della 'Corte' fosse negativo e non dovesse ottenere la riabilitazione (anche in questo caso i tempi non sono immediati), a quel punto all'ex premier non resterebbe altro che confidare in un nuovo governo disposto a cambiare la Severino. In alternativa, ci sarebbe poi un'altra carta da giocare, quella di puntare a modificare la legge Severino, sia in caso di un governo di centrodestra, sia in caso di un esecutivo di larghe intese.

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