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"Intesa Pd-M5S impossibile"

08 marzo 2018 | 10.17
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(FOTOGRAMMA)
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"Dovremo spiegare" al Capo dello Stato perché "è impossibile" un'intesa di governo tra M5S e Pd. Lo ribadisce Andrea Orlando, ospite di 'Circo Massimo' su Radio Capital.

"Avremmo difficoltà - aggiunge - a spiegare perché facciamo un accordo con una forza che ancora mantiene dei tratti forcaioli, con una politica economica fortemente incomprensibile e demagogica. Se i Cinquestelle diventano un'altra cosa parleremo con un'altra cosa".

"I cambiamenti - prosegue Orlando - non è che si fanno con un tweet: sono cose profonde, necessitano di discussioni, dell'esigenza di andare dai propri ai quali si è chiesto il voto su una base a dire 'dobbiamo andare in un'altra direzione', io francamente questo non l'ho visto".

CAMERA E SENATO - "La prima questione è che assetto diamo alla presidenza della Camera e del Senato. Evitiamo assi privilegiati con i Cinquestelle ma anche con il centrodestra. Qua si tratta di costruire, come in qualsiasi sistema proporzionale, un'intesa quanto più ampia possibile che coinvolga tutte le forze politiche e che dia a Camera e Senato dei presidenti che siano in grado di garantire tutte le parti politiche" afferma il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ospite di 'Circo massimo', su Radio Capital. "Quindi distinguiamo la questione istituzionale da quella della definizione degli assetti di governo".

CONSENSO - "Si tratta di costruire un metodo - aggiunge - mediante il quale si determini un confronto, qual è la soluzione che riesce ad avere il consenso più ampio. Nel maggioritario si era affermata una prassi secondo la quale sostanzialmente chi vinceva si prendeva tutti i due rami del Parlamento. Penso che non dobbiamo in alcun modo tagliar fuori nessuno, è probabile che avremo più opposizioni che non necessariamente si salderanno, proviamo a vedere quali sono le soluzioni che raccolgono il consenso più ampio, tornando allo spirito che porta all'elezione, che impone all'inizio la ricerca di maggioranze ampie".

SEGRETARIO - Per quanto riguarda il Pd, "c'è da fare un percorso di rifondazione del Partito democratico, dovremmo aprire una fase costituente. C'è da rivedere il percorso con il quale si sceglie il segretario - dice Orlando -: basta chiamare la gente ai gazebo o forse c'è anche da far discutere i nostri iscritti, i nostri militanti sull'identità politica, sulla proposta programmatica?". Insomma, conclude, "c'è bisogno anche di regole nuove con le quali far vivere la nostra democrazia interna".

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