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Pd alla finestra

23 marzo 2018 | 22.07
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(Fotogramma)
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Riunione dei gruppi Pd con Maurizio Martina questa mattina. "Vediamo cosa succede nelle prossime ore. Stiamo valutando", dice il reggente lasciando Montecitorio, dopo un colloquio con Dario Franceschini, mentre Matteo Renzi è al Nazareno con i suoi e Matteo Orfini. La linea dell'ex segretario, a quanto viene riferito, è quella di andare avanti con la scheda bianca. "Tocca a loro. Lo dico dal 5 marzo".

"Dobbiamo stare all'opposizione, fino alla fine" ha detto Renzi ad alcuni senatori con cui si è ritrovato dopo la prima seduta a palazzo Madama. Seduta aperta dal presidente emerito Giorgio Napolitano che non ha riservato parole tenere per il Pd. Le ultime elezioni hanno costituito "un netto spartiacque" che tra l'altro ha mostrato "quanto poco avesse convinto l'auto-esaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e da partiti di maggioranza", ha detto Napolitano davanti a Renzi al suo esordio nell'emiciclo del Senato.

SCENARI - Sulla questione presidenza a palazzo Madama, al netto di quanto accadrà nelle prossime ore, al momento le opzioni sul tavolo del Pd sono tre: scheda bianca 'caldeggiata' da Renzi; una candidatura di bandiera di un esponente dem; oppure indicare Emma Bonino. In tutto questo, resta sullo sfondo l'ipotesi che alla fine apra la possibilità per un candidato (vero e non di bandiera) del Pd e c'è, tra i dem, chi continua a sostenere che Dario Franceschini stia lavorando a questo scenario.

Quanto al braccio di ferro in corso nel centrodestra, Lorenzo Guerini parla a nome del Pd: "Noi da giorni chiediamo vi sia la disponibilità a ragionare su profili di garanzia quello che è accaduto è grave: si gioca col tema delle presidenze delle Camere per regolare rapporti di forza nelle coalizioni e tra i partiti, un processo molto grave. Mi auguro ci sia senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche per affrontare con serietà questo passaggio".

"Valuteremo nelle prossime ore la nostra posizione" dice Guerini sulla linea che sceglierà il Pd ribandendo il "giudizio negativo su quello che accade: parlare della presidenza di una Camera come di una provocazione non è mostrare quel senso di responsabilità che richiede questo momento".

Intanto Gianni Cuperlo e i suoi chiedono che il Pd avanzi una sua candidatura: "Vi sarà la terza votazione per l'elezione del presidente del Senato. E' un passaggio molto importante perché - dice Andrea Giorgis - se non vi sarà un ampio accordo in grado di consentire il raggiungimento del quorum, si procederà al ballottaggio tra i due candidati più votati. Il Pd credo che dovrebbe continuare a chiedere, come ha giustamente fatto, che vengano indicate personalità autorevoli e di effettiva garanzia. Al contempo, credo che dovrebbe avanzare una propria candidatura, coerentemente con l'intenzione di non prefigurare alcun sostegno politico al centrodestra".

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