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Ira Silvio su Di Maio: chi si crede di essere?

03 aprile 2018 | 19.30
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(FOTOGRAMMA)
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Nessun veto. Io sono e resto il leader di Forza Italia, devono parlare anche con me. Devono fare i conti anche con me. Silvio Berlusconi non ci sta a essere tagliato fuori dalla partita di governo e risponde per le rime a Luigi Di Maio che ribadisce quella conventio ad excludendum ai danni di Forza Italia.

Quando si diffondono le notizie di un'intervista registrata dal candidato premier cinque stelle a 'Di Martedì' dai toni tranchant, il Cav 'arma' i suoi colonnelli e parte al contrattacco. "Non accettiamo nessun veto" avvertono ad Arcore, dove sembra essere tramontata l'idea di portare al Colle per le consultazioni di giovedì anche Antonio Tajani in qualità di vice presidente di Forza Italia per trattare con i grillini e far cadere il veto di Di Maio.

SALVINI - Per ora regge ancora l'asse con Matteo Salvini ma la corda si può sempre spezzare da un momento all'altro. L'ex premier non vuole forzature, né ha preclusioni particolari ma, riferiscono fonti azzurre, "non può consentire ai cinque stelle di picchiare duro così".

Ora è il momento di rispondere mantenendo il punto: Di Maio chi si crede di essere? Mica può scegliere lui chi incontrare? Di che parliamo?, sarebbe stato il ragionamento del leader forzista, che è pronto a tutto pur di garantire un governo stabile al Paese ed evitare nuove elezioni a distanza ravvicinata.

RESPONSABILITA' - Ora il Paese non può permettersi nuove elezioni, ha bisogno di stabilità, serve senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche, va ripetendo come un mantra Berlusconi da giorni, citando l'elezione dell'azzurra Elisabetta Casellati alla presidenza del Senato come metodo da seguire anche per la partita più grande, quella governativa.

Giovedì mattina il Cav salirà al Colle per le consultazioni e a Sergio Mattarella spiegherà che pur rivendicando autonomia di Fi rispetto agli alleati Lega e Fdi, Matteo Salvini, in veste di candidato premier della prima coalizione, ha il diritto-dovere di provare a formare un governo per conto del centrodestra.

PREMIER - Il concetto è sempre lo stesso: "Essendo Fi-Lega-Fdi la prima coalizione, il premier va espresso dal centrodestra". Quindi, Salvini vada avanti. Berlusconi, riferiscono fonti azzurre, sempre d'intesa con la Lega, sarebbe disposto a dare il suo appoggio anche un governo con un premier 'terzo' (senza Salvini e Luigi Di Maio) ma gli andrebbe bene, naturalmente, pure un cosidetto governo del presidente con due tre priorità da realizzare.

E' chiaro, raccontano le stesse fonti, che nella futura squadra governativa ci deve essere anche qualche 'spruzzata' di azzurro. Tradotto, la presenza di ministri di Fi, anche d'area, non connotati politicamente, deve essere garantita. Così come i cinque stelle non possono mica pensare di escludere il leader forzista dal tavolo delle trattative.

GELMINI - Gelmini lo dice a muso duro. ''Sia chiaro: siamo noi a non voler fare alcun governo con il Movimento 5 Stelle, che non conosce le regole base della politica. Luigi Di Maio dimostra, ancora una volta, di non avere cultura istituzionale. Ci eravamo illusi, evidentemente, sulla sua conquistata maturità dopo il percorso fatto insieme per l'elezione dei presidenti di Camera e Senato".

Sulla stessa linea la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna: ''Non sarà certo Di Maio a dividere ciò che gli elettori hanno unito. Diciamo no a veti e a egoismi che rappresentano solo infantilismo politico. Qualunque soluzione di governo che escluda il centrodestra o Forza Italia sarebbe inaccettabile perché calpesterebbe la volontà popolare".

MATTARELLA - L'ultima parola, naturalmente, spetterà al capo dello Stato e il presidente di Fi confida nella sua saggezza e imparzialità. In ballo ci sono poi le aziende, Mediaset in testa, e Berlusconi lavorerà a qualsiasi mediazione per superare lo stallo attuale e trovare una soluzione.

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