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Salvini: "Pronti a governare da soli"

11 aprile 2018 | 12.39
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Si infiamma la vigilia delle consultazioni. Da Terni, nel suo discorso di presentazione del candidato sindaco leghista. Matteo Salvini manda un messaggio inequivocabile: "Io ascolto tutti ma non ci facciamo mettere i piedi in testa da nessuno" e, nel caso, "siamo in grado di governare anche da soli". Dunque, "extrema ratio, ci facciamo carico noi di tutti".

Il leader della Lega si rivolge direttamente a Luigi Di Maio e ai Cinquestelle: "Se vuoi costruire, non puoi metterti sul piedistallo e dire a mo' di Alberto Sordi, 'io so' io e voi non siete... siete un pochino di meno...'. Noi che abbiamo vinto non lo facciamo, non siamo noi a pretendere. Io sarei onorato domani mattina di iniziare a fare il presidente del Consiglio di questo Paese perché ho le idee, la squadra, la forza e la libertà per cambiare le cose".

"Io mi metto a disposizione del Paese e della squadra, spero che anche gli altri interlocutori, ovviamente non il Pd, ma i 5 stelle dimostrino che hanno voglia di governare realmente, perché se invece andranno a dire 'no no', a porre veti e fare capricci vuol dire che non hanno voglia di governare questo Paese e quindi noi siamo in grado di farlo anche da soli se del caso" scandisce Salvini.

Quanto alle consultazioni, "noi andremo dal presidente Mattarella e diremo una cosa chiara: il centrodestra è la forza che ha preso più voti dagli italiani, si parte da questo, da una candidatura a premier di centrodestra, da un programma politico di centrodestra, disposti a ragionare con tutti, fatta eccezione per la sinistra che ha distrutto Terni e l'Italia quindi speriamo che anche altri abbiano voglia di costruire e dialogare".

Salvini non teme comunque il ritorno alle urne. "L'ultima delle cose che ci spaventa - dice - è tornare dagli italiani a chiedere il consenso per governare senza scendere a patti con nessuno".

"Il centrodestra deve dialogare coi secondi arrivati sia a Terni che in Italia, se i secondi arrivati ci stanno a ragionare, a mettere giù un programma e a essere responsabili, se ce la fanno a smettere di dire 'no, no, no, io, io, io' bene, si parte. Altrimenti - avverte - escludendo un accordo contro natura Pd-Cinquestelle, le vie sono solo due: o le elezioni, dove sentendo l'aria che tira vinciamo da soli e non abbiamo più il problema di dover ascoltare, incontrare e sottostare a veti e a capricci, oppure, extrema ratio, ci facciamo carico noi di tutti".

"Io adesso torno a Roma a fare il possibile e l'impossibile per dare un governo serio a questo Paese. Conto di tornare a Terni per festeggiare un sindaco in gamba e conto di tornarci da presidente del Consiglio" dice a chiare lettere.

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