L'assemblea nazionale del Pd del 21 aprile potrebbe essere rinviata. La proposta, avanzata dai renziani, è appoggiata dal reggente dem Maurizio Martina che annuncia di aver chiesto al presidente Matteo Orfini il rinvio considerata "la nuova fase istituzionale determinata dall'incapacità delle forze che hanno prevalso il 4 marzo di dare al Paese una concreta ipotesi di governo".
"A questo punto il Pd - spiega Martina, che oggi ha avuto un faccia a faccia con Renzi - deve continuare a concentrare unitariamente tutte le proprie energie su questa situazione, nell'interesse generale del Paese, seguendo l'impegnativo lavoro del Presidente Mattarella".
L'ipotesi di rinviare l'assemblea, che dovrà decidere il percorso dem dopo le dimissioni di Renzi da segretario, trova però l'opposizione delle minoranze. "Il rinvio dell'assemblea nazionale del Pd sarebbe un atto grave e incomprensibile". Così sulla sua pagina Facebook l'esponente dell'area Orlando Sergio Lo Giudice, presidente di Rete Dem e componente della Direzione del Pd, è tra i più netti a prendere posizione. "Il partito è in ginocchio ed ha bisogno di rialzarsi presto per mettere in campo un progetto nuovo. Renzi non può tenerlo in ostaggio per tattica politica: così il Pd muore''.
"Questo rinvio - ha aggiunto - sarebbe uno strappo al nostro Statuto e uno schiaffo alla nostra comunità. Spero che il senso di responsabilità prevalga sulle dinamiche di potere''. Sempre via social, altri esponenti della minoranza si sono schierati contro il rinvio. Come Daniele Viotti: "Un fatto gravissimo che viola lo statuto e la logica politica", ha scritto l'eurodeputato in un messaggio rilanciato sempre via Twitter dalla senatrice Monica Cirinnà, anche lei dell'area che fa riferimento a Orlando.
L'ipotesi rinvio non piace neanche all'area Emiliano. Interpellato sulla questione, Francesco Boccia ha risposto così: "No, non siamo d'accordo". "Un rinvio" dell'assemblea del 21 aprile "sarebbe assolutamente inopportuno - ha aggiunto - servono certezze".
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