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M5S in pressing sul Pd

16 aprile 2018 | 18.20
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Per il Movimento 5 Stelle il 'forno' del Partito democratico resta caldo. A quanto apprende l'Adnkronos da fonti parlamentari pentastellate, nelle ultime ore i contatti con i dem si starebbero intensificando, alla luce dello stallo registrato con la Lega di Matteo Salvini, che oggi, dal Molise, replica a muso duro al candidato premier del M5S Luigi Di Maio chiedendo "rispetto" per il voto espresso dagli elettori il 4 marzo. Una risposta alla bordata scagliata dal capo politico grillino contro l'unità del centrodestra ("un danno per il Paese") durante la visita al Vinitaly di Verona, luogo del 'non-incontro' tra i due leader.

Salvini lancia apertamente la sfida al M5S per la conquista della presidenza di Molise e Friuli Venezia Giulia. "E' chiaro che se in Molise e Friuli verrà premiata la Lega, nell'arco di 15 giorni chi deve capire capisce e il governo inizia a lavorare", avverte il segretario leghista, che fa leva sull'esperienza di governo della Lega contro un Movimento 5 Stelle "che campa solo di 'no'".

Preso atto dell'indisponibilità del 'Capitano' a smarcarsi da Silvio Berlusconi - almeno per ora - i vertici 5 Stelle riprendono a tessere la tela del dialogo con i dem, lasciando comunque aperto uno spiraglio per l'accordo con la Lega, a patto che si consumi il divorzio con Forza Italia. "Il Pd si deve muovere": sarebbe questo il senso del ragionamento espresso da Di Maio a chi ha avuto modo di parlare con lui nelle ultime ore. Al momento però si registra freddezza in casa dem.

Rivolgendosi a M5S e Lega, il segretario reggente del Pd Maurizio Martina osserva: "Il Paese aspetta da settimane, da 43 giorni ormai, che le forze che hanno prevalso il 4 marzo dicano con serietà cosa intendono fare. Ci vuole più rispetto dei cittadini, la smettano con questo spettacolo desolante fatto solo di tatticismi e personalismi".

Per l'ex capogruppo dem al Senato, Luigi Zanda, il Pd dovrebbe "sfidare il Movimento 5 Stelle affinché mostri in modo chiaro il suo profilo politico" e "dovrebbe farlo sul grande tema del sistema di governo", anche se "discutere non vuole dire fare un esecutivo insieme".

Intanto Forza Italia preme affinché cada il niet grillino nei confronti degli azzurri: "Il veto su Berlusconi" da parte del M5S "è inaccettabile in democrazia" ed è anche "strumentale, quasi elettorale, perché non è consentito 'scegliere' in casa altrui", rimarca il governatore della Liguria Giovanni Toti, aggiungendo che "nel centrodestra c'è la consapevolezza di essere un'entità unica" e "seguire una strada diversa sarebbe uno schiaffo agli elettori".

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