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Punto e a capo

20 aprile 2018 | 08.10
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Inutili le trattative. Incontri, veti e schemi non bastano. Si torna al punto di partenza. Il secondo round di consultazioni con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati si è concluso con una fumata nera. E quello che sembrava un varco per un governo insieme si è rivelato una porta chiusa. Il rebus governativo resta ancora insolubile.

Il leader pentastellato Luigi Di Maio, dopo aver aperto uno spiraglio ad un appoggio esterno di Forza Italia e Fdi, è tornato a ribadire che "il governo si forma su un contratto firmato da due persone, da me e Salvini". Il capo dei 5 stelle appare netto: "Ce la metteremo tutta - ha chiarito ieri prima di lasciare palazzo Giustiniani - ma non possiamo andare oltre certi limiti". Altrimenti vorrebbe dire "tradire il mandato datoci dagli elettori".

Silvio Berlusconi ha taciuto, affidando però a una nota ufficiale di Forza Italia la sua replica: "Il supplemento di voto pronunciato da M5S dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, il rifiuto di formare un governo - si legge nella nota -. Si tratta dell'ennesima prova di immaturità consumata a danno degli italiani". Dal canto suo, la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni ha ribadito: "Italia ostaggio del bisogno disperato di Di Maio di sedere sulla poltrona del presidente del Consiglio".

Al veto di Di Maio ha replicato anche Matteo Salvini: "Non ho più tempo da perdere" ha scandito il leader del Carroccio. "Se serve mi metto in campo pure io direttamente, la gente ha fretta - ha rimarcato - Non mi interessano le logiche politiche, 'non farti troppo avanti', 'così ti bruci'... O c'è questo tavolo 5 stelle-centrodestra, o non ho più tempo da perdere, l'Italia non ha più tempo da perdere". Insomma, dopo 45 giorni di stallo, si è tornati al punto di partenza.

Oggi la presidente incaricata tornerà al Quirinale per riferire al capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il nodo da sciogliere sarà capire se sia ancora possibile fare dei passi in avanti da parte delle forze in campo. A quel punto valutazioni e scelte spetteranno al capo dello Stato. Sarà Mattarella a decidere se concedere margini all''esploratrice' Casellati con un terzo giro di consultazioni, se assegnare il mandato esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico o giocarsi l'ultima carta e proseguire da solo per sbloccare lo stallo. Magari con un governo del Presidente, che ruoti attorno a una personalità 'tecnica', quindi esterna alle logiche dei partiti.

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