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Governo

Di Maio sfida il Cav

27 aprile 2018 | 06.54
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Luigi Di Maio (Fotogramma)
Luigi Di Maio (Fotogramma)

Il conflitto di interessi, da sempre nervo scoperto di Silvio Berlusconi, irrompe ancora una volta nel dibattito politico mentre sono in corso le trattative per provare a formare un governo. E' Luigi Di Maio a sollevare la questione sfidando il Cav al termine del secondo giro di consultazioni con l'esploratore Roberto Fico: ''Fa specie vedere che Berlusconi utilizzi tv e giornali per mandare velate minacce a Salvini, qualora decidesse di sganciarsi. E' arrivato il momento -sottolinea il candidato premier M5S- di metter mano a questo conflitto d'interessi e di dire che un politico non può essere proprietario di mezzi di informazione...".

Le parole del 'capo politico' M5S e le indiscrezioni sulla presenza di una legge sul 'conflitto' tra i punti del cosidetto contratto di governo che i grillini sottoporranno al Partito democratico, mandano su tutte le furie Forza Italia e fanno suonare un campanello d'allarme ad Arcore, dove guardano con preoccupazione al futuro del Biscione in caso di un governo a trazione cinque stelle. La replica, molto dura, del Cav arriva in serata, in una conferenza stampa a Udine, nuova tappa del tour elettorale in Fvg: ''Se Di Maio ha detto una cosa del genere, è un linguaggio preoccupante, da anni Settanta, da esproprio proletario, che conferma ancora una volta come M5S sia davvero un pericolo per la nostra democrazia".

E ancora: ''Non c'è una sola trasmissione che si possa ricordare in cui Mediaset sia scesa in campo a favore o contro qualcuno, soprattutto nei confronti dei miei avversari politici. Se Di Maio ha detto questo, c'è da stare attenti, sono parole gravi, perché vuol dire" che si vuole andare a colpire "l'avversario politico in quella che è la sua attività privata, nel suo patrimonio personale".

Non è la prima volta che dopo il 4 marzo viene tirato in ballo il 'conflitto d'interessi'. E' stato il leghista Giancarlo Giorgetti a evocarlo qualche settimana fa, esattamente il 4 aprile scorso: ospite di 'Porta a Porta', il numero due di via Bellerio aveva proposto al presidente di Fi per superare i veti grillini di ''accettare una legge sul conflitto d'interessi, definendola "la mossa del cavallo". Un'uscita sgradita a palazzo Grazioli, considerata la 'prova' dell'asse di ferro M5S-Lega, anche perchè Salvini non era intervenuto a difesa del Cav.

Oggi il 'bis', per bocca di Di Maio, ma in un contesto politico diverso, ovvero nel pieno della trattativa governativa tra M5S e Pd. Adesso, però, rispetto ad allora, il leader della Lega non ha lasciato solo il Cav e ha fatto sentire la sua voce per bacchettare il candidato premier cinque stelle e smentire strappi con Fi: ''Ora è il momento di parlare poco e cominciare a lavorare senza pretendere posti e poltrone. Questo vale per tutti, per il M5S e il centrodestra. Vale per tutti...".

Salvini non vuol ritrovarsi nei panni del traditore e pure se fosse tentato di rompere, raccontano fonti leghisti, mai e poi mai vuole intestarsi la rottura del centrodestra: ''La coerenza prima di tutto: gli italiani hanno votato un programma e una squadra e io non tradisco quel programma e quella squadra. Punto".

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