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La road map di Mattarella

02 maggio 2018 | 18.30
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Valutare fino all'ultimo se esistono i margini per la nascita di una maggioranza politica certa in grado di sostenere un governo, senza affidare incarichi al buio. Ma se ciò non dovesse essere possibile, le forze politiche dovranno tener presente che è necessario approvare entro dicembre una manovra che consenta di neutralizzare il previsto aumento dell'Iva. Nelle ore frenetiche che precedono la Direzione del Pd, dal Quirinale vengono naturalmente monitorati attentamente sia l'evolversi degli equilibri all'interno dei Dem, sia il posizionarsi degli altri schieramenti politici e ci si prepara ad assumere nuove iniziative, quando sarà chiaro lo sviluppo di quel confronto che aveva preso il via una settimana fa, al termine del mandato esplorativo del presidente della Camera, Roberto Fico.

La road map disegnata con i suoi consiglieri dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, viene aggiornata via via che emergono ed emergeranno nuovi elementi rispetto a quelli registrati nelle settimane seguite alle elezioni del 4 marzo, tenendo sempre fermi quei punti di riferimento che hanno orientato fin qui l'azione del Capo dello Stato.

Da venerdì quindi si comincerà a ragionare su quelle che potranno e dovranno essere le scelte da compiere, anche alla luce delle conclusioni della Direzione Pd e della polemica tra M5S e centrodestra che nelle ultime ore assume toni sempre più accesi.

Non è da escludere perciò che tra sabato e lunedì le porte dello studio alla Vetrata possano nuovamente aprirsi per un rapido giro di consultazioni, durante il quale però Mattarella potrebbe ascoltare ma anche indicare con maggior forza di quanto fatto fino ad oggi, alcune condizioni che ritiene imprescindibili per il futuro del Paese.

In particolare, il Capo dello Stato potrebbe chiedere ancora una volta ai partiti se esistano le condizioni per dar vita ad una maggioranza politica in grado di esprimere in Parlamento il sostegno ad un governo.

Ma se ancora una volta questa strada dovesse rivelarsi impraticabile, a quel punto dal Colle potrebbe arrivare un no ad elezioni non solo prima dell'estate, ipotesi ormai tramontata, ma anche in autunno, con una richiesta ai partiti perché si assumano le loro responsabilità, garantendo la prosecuzione della legislatura almeno fino a dicembre, per approvare una manovra che consenta di neutralizzare le clausole di salvaguardia, impedendo o limitando il previsto aumento dell'Iva.

Altrettanto fermo il no del Presidente della Repubblica a incarichi al buio e quindi alla nascita di un governo che giura e poi va a chiedere la fiducia in Parlamento, senza aver prima verificato e definito con chiarezza i contorni della maggioranza pronta a sostenerlo. Anche perché, in caso di bocciatura alle Camere, sarebbe quello l'esecutivo che porterebbe il Paese alle elezioni.

Mattarella resta quindi sempre in attesa di indicazioni che vorranno fornirgli le forze politiche, pronto a tenerle nel debito conto a patto che si tratti di posizioni nuove e chiare.

Se maturassero le condizioni potrebbe quindi arrivare anche un pre-incarico, a condizione che ne siano chiari i confini e gli obiettivi e che non si tratti di una replica di sentieri già esplorati. Occorrerebbero insomma fatti inediti che al momento non si scorgono all'orizzonte.

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