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senzadime.it, il sito infiamma il Pd

02 maggio 2018 | 15.51
LETTURA: 4 minuti

(Homepage 'senzadime.it')
(Homepage 'senzadime.it')

Da hashtag lanciato dall'ex segretario Matteo Renzi per dire no ad un governo del M5S appoggiato dal Pd a sito web finito in poche ore nel mirino degli esponenti dem. Il portale senzadime.it', collegato all'account Twitter di @AlbericoDeLuca che, con tanto di nome e cognome, 'mappava' le posizioni dei componenti della Direzione del Pd sulla trattativa con i Cinque Stelle, è stato di fatto (auto) censurato dopo l'esplosione delle polemiche all'interno del Pd.

"Siamo arrivati a questo? Voglio credere per tutti di no e mi aspetto che venga chiuso. C'è un limite che non andrebbe mai valicato", sosteneva il segretario dem Maurizio Martina, commentando il sito web sotto accusa. "Quando in una comunità politica alla vigilia di una discussione seria che riguarda il partito e il Paese si arriva a questo, c'è qualcosa di profondo che non va", gli faceva eco Dario Franceschini.

"Sono contraria a un governo con il M5S. Ma trovo aberrante il sito www.senzadime.it, nel quale si dà il bollino di infamia a compagni di partito che hanno espresso un'idea diversa - scriveva su Facebook la deputata dem Lia Quartapelle - Ci chiamiamo Partito democratico e la demonizzazione delle idee è la cosa più contraria a ciò che siamo. Il sito andrebbe chiuso". Anche la collega Chiara Braga, via Twitter, manifestava le sue perplessità: "Ha ragione @LiaQuartapelle e mi sconcertano i tanti colleghi che fanno a gara per partecipare a questo gioco al massacro. Gli stessi che magari firmano appelli per evitare 'conte' in Direzione".

Da qui l'autocensura del sito web, ancora attivo ma con alcune modifiche. "Il Pd non è una società privata come la Casaleggio Associati. È un partito plurale, aperto, in cui tutti i membri della Direzione nazionale esprimono la loro legittima idea - si legge su un avviso apparso sul portale -. Alcuni esponenti del Partito democratico hanno chiesto di chiudere questo sito che si limita a riportare opinioni espresse pubblicamente, come nelle migliori tradizioni anglosassoni, con i riferimenti e i link ai tweet e alle dichiarazioni. Era ispirato a un principio di trasparenza democratica nelle scelte fondamentali che connotano la vita nazionale. Non intendeva dividere il Partito, ma informare gli elettori".

Il portale, realizzato da un "elettore Pd" per "offrire - a suo dire - uno strumento di trasparenza sulle scelte del Partito Democratico in merito a un eventuale accordo di governo con il Movimento 5 Stelle", divideva i membri del Pd in tre categorie sulla base delle loro "dichiarazioni espresse sui social o a mezzo stampa": non favorevoli alla trattativa con M5S, favorevoli alla trattativa con M5S e coloro che "non si sono ancora espressi". Ora invece ogni singolo nome dei componenti della Direzione Pd è stato sostituito con un omissis.

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