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Forza Italia, guerra a Di Maio

06 maggio 2018 | 20.13
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(Fotogramma)
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Lo stato maggiore di Forza Italia si mobilita contro Luigi Di Maio e dichiara guerra. Mentre fonti della Lega esprimono "apprezzamento" per le dichiarazioni del leader pentastellato, la nuova apertura grillina a Salvini non va giù a capigruppo, deputati e senatori del partito del Cavaliere, sul quale il M5S ha posto l'ennesimo veto. Una chiusura mal digerita dai vertici, che ora accusano Di Maio di essere "inquietante", "surreale", "irresponsabile", "provocatore".

"Basta tatticismi e soprattutto basta veti contro FI e Berlusconi. Lo spettacolo offerto anche oggi da Luigi Di Maio è inaccettabile e surreale". A colpire per prima è Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato che diffonde una nota appena conclusa l'intervista del pentastellato negli studi di 'In mezz'ora'.

"Dopo avere tenuto il Paese intero ostaggio dei suoi maldestri tatticismi per oltre due mesi, ricevuta in ultimo una sonora sportellata in faccia dal Pd, oggi - scrive ancora Bernini - fa un appello alla divisione di quel centrodestra che lo ha battuto nelle elezioni politiche, in Molise ed in Friuli Venezia Giulia. Addirittura arriva a paventare, con parole gravissime, l'implementazione di tensioni democratiche nel Paese, ove il suo partito non dovesse andare al potere. E' evidente che questi signori sono interlocutori a dir poco inquietanti e che l'unica speranza di un governo per l'Italia è a partire dal centrodestra e dal suo programma, evitando l'avventura di un ritorno alle urne che risulterebbe schizofrenia politica sulla pelle del Paese".

"Un nuovo gemello diverso di Luigi Di Maio si è esibito nella quotidiana e spericolata acrobazia politica. Risparmiati gli insulti personali nei confronti dei leader del Centrodestra - rincara la dose il deputato di Forza Italia e portavoce unico dei gruppi di Camera e Senato Giorgio Mulè -, oggi Di Maio ha offeso oltre 12 milioni di elettori tentando per l’ennesima volta di dividere la coalizione come inutilmente prova a fare da due mesi. Questo circo di dichiarazioni continua a dare uno spettacolo irresponsabile e deprimente mentre l’Italia pretende di avere un governo che affronti immediatamente le emergenze del Paese senza perdere ulteriore tempo con veti posti da saltimbanchi della politica".

Sul piede di guerra anche Mariastella Gelmini. Per la capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, infatti, "ancora una volta Luigi Di Maio mette in scena un goffo e reiterato tentativo di dividere il centrodestra. Un'ennesima invasione di campo per provare a coprire le sue debolezze, le sue difficoltà e il fallimento del Movimento 5 stelle".

"Rispediamo al mittente queste inaccettabili intromissioni. La nostra coalizione - assicura la deputata forzista - è più che mai coesa e domani a Mattarella rappresenterà una posizione responsabile e unitaria per risolvere lo stallo istituzionale in atto. Per il futuro governo si parte dalla nostra area politica, che ha vinto le elezioni del 4 marzo, e dai nostri programmi. Di Maio si metta l’anima in pace".

E colpisce durissimo anche Renato Schifani, per il quale "da Di Maio oggi giunge l'ennesima provocazione verso Forza Italia e Silvio Berlusconi. È un'evidente mossa ipocrita che vuole nascondere il fallimento politico dello stesso Di Maio e le sue responsabilità. È chiaro a tutti che il M5S è già in campagna elettorale e che non ha alcuna intenzione di lavorare ad una soluzione che dia avvio a questa Legislatura. Piuttosto, il M5S non pensi adesso con questo 'coupe de teatre' di riversare la colpa dello stallo di questi mesi sul Centrodestra, e soprattutto di dividerlo. La nostra coalizione - sostiene il senatore, come già hanno fatto gli onorevoli colleghi - è unita e compatta, uscita vittoriosa dalle urne ed è legittimata a chiedere il governo del Paese per dare soluzione alle emergenze economiche e sociali che affliggono gli italiani. Di Maio la smetta di prendere in giro ed ammetta chiaramente che l'unico interesse che muove il M5S è quello del proprio movimento e non certamente quello del Paese".

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