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Il Colle non forza i tempi

30 maggio 2018 | 15.42
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Foto dal Quirinale
Foto dal Quirinale

Due incontri informali, al mattino e al pomeriggio, alla fine le stesse conclusioni. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio incaricato, Carlo Cottarelli, decidono di congelare la nascita del governo di garanzia, per verificare se sia ancora possibile dar vita ad un esecutivo politico, fondato sull'intesa tra M5S e Lega.

In mezzo un colloquio, sempre informale, tra il Capo dello Stato e il leader Cinquestelle, Luigi Di Maio, che probabilmente serve a rafforzare la convinzione maturata nelle ultime ventiquattro ore: nonostante siano passati 67 giorni dalle dimissioni di Paolo Gentiloni e sia stato battuto il record di durata di una crisi di governo nella storia della Repubblica (eccetto quelle intervallate da elezioni anticipate), Mattarella non vuole lasciare nulla di intentato perchè possa vedere la luce un governo politico in grado di far partire la legislatura.

Tanto che, interpellate sull'argomento, fonti del Quirinale affermano che viene valutata "con grande attenzione" l'ipotesi avanzata dal leader M5S di affidare a Paolo Savona un dicastero diverso da quello dell'Economia. Nessuna presa di posizione specifica sull'argomento invece da parte del segretario della Lega, Matteo Salvini, che tuttavia, in generale, si dice pronto a prendere in considerazione gli elementi nuovi che emergono di minuto in minuto.

Nel frattempo Cottarelli ha comunque messo a punto la lista dei ministri per quell'esecutivo di garanzia che dovrebbe portare il Paese alle elezioni, se dovesse fallire anche l'ultimo tentativo di intesa tra M5S e Lega, meglio se all'inizio del prossimo anno dopo l'approvazione della legge di bilancio oppure tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno.

Con il passare delle ore sembra infatti sfumare l'ipotesi di un voto il 29 luglio, considerando che domani dovrebbe essere l'ultimo giorno utile per uno scioglimento delle Camere per aprire le urne entro i successivi e necessari 60 giorni. Domani quindi il presidente incaricato potrebbe salire al Quirinale per rimettere l'incarico, nel caso andassero a buon fine i tentativi per far rinascere quell'esecutivo politico che domenica scorsa sembrava morto e sepolto, oppure per l'eventuale scioglimento della riserva.

Oltre al nodo relativo al titolare del ministero dell'Economia, si tratta di capire se lo scenario potrebbe cambiare anche con l'offerta al Carroccio della guida dell'esecutivo, ruolo per il quale M5S continua a candidare Giuseppe Conte.

Tutte questioni al centro di una lunga e complessa trattativa che proseguirà nelle prossime ore, mentre Cottarelli continua ad aspettare. Composta la squadra, si tratta di capire come evitare una bocciatura nel caso il governo di garanzia effettivamente dovesse presentarsi in Parlamento.

Per ora, al di là di alcune generiche dichiarazioni generiche pro o contro, non è ancora stato verificato se esistano forze politiche che, con una serie di accorgimenti tecnici come l'astensione, consentano all'esecutivo guidato dall'ex commissario alla spending review di ottenere un via libera delle Camere, che gli consenta di non presentarsi sfiduciato agli importanti appuntamenti internazionali in agenda nel prossimo mese. E che permettano di evitare uno scioglimento immediato del Parlamento che, a questo punto, porterebbe il Paese al voto in pieno agosto.

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