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Di Maio: "Pace fiscale non è condono"

10 giugno 2018 | 15.27
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Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)

La pace fiscale ''non è un condono. Si deve attuare ma non deve avere nessun carattere condonistico". E' quanto precisa il vicepremier Luigi Di Maio, ospite di 'In mezz'ora', confermando la partecipazione al vertice a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte e l'altro vicepremier Matteo Salvini "per individuare" i viceministri e i sottosegretari del nuovo esecutivo. Nel vertice, precisa, "non si discuterà di Commissioni parlamentari". Sulle deleghe, a cominciare da quelle sulle telecomunicazioni, "non faremo scelte da manuale Cencelli". Quanto nello specifico al Copasir, specifica Di Maio, "per legge è espressamente dato all'opposizione''. Anche Fdi viene considerata opposizione? ''Lo deciderà il Parlamento'', taglia corto il vicepremier pentastellato, che aggiunge: ''Per la Vigilanza Rai c'è la prassi di affidarne la presidenza alla opposizione, ma la libertà del Parlamento la dobbiamo dimostrare qui''.

LA SFIDA - "La nostra sfida è realizzare le cose promesse agli italiani" dice, aggiungendo che nei prossimi mesi "daremo risposte subito" e "nel breve-medio periodo altre". "Se manterremo le promesse saremo diversi dagli altri, se no saremmo uguali agli altri", sottolinea il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro spiegando di essere fiducioso sulle coperture per finanziare le misure del contratto di Governo. "Stiamo sottovalutando le azioni che faremo per semplificare la macchina burocratica dello Stato, per favorire l'utilizzo degli investimenti e la spending review. Ci sono dei margini di bilancio da recuperare. Inoltre sono fiducioso sulla capacità di recuperare dei margini anche con i lavoro che faremo a livello Ue". L'appuntamento più importante, rileva il ministro, "è la legge Di Bilancio. Il mio dovere è quello di fare prima tutti i provvedimenti a costo zero, come ad esempio l'abolizione dello spesometro, redditometro... Poi devo mettere in piede due fondi: il fondo per il reddito di cittadinanza e di un fondo per il superamento della legge Fornero. Nei prossimi mesi daremo subito risposte agli italiani e nel breve medio periodo faremo quindi il resto".

IMMIGRAZIONE - "Il fenomeno della immigrazione in Italia è incontrollato perché si è fatto business - denuncia Di Maio -. Spero che il prima possibile che questo Governo possa introdurre la rendicontazione puntuale di tutti i fondi che si assegnano al meccanismo dell'accoglienza per sapere come si stiano spendendo: forse scopriremo che avremo bisogno di meno fondi di quelli che destiniamo. Quasi 4,5 miliardi di euro l'anno. Se inizieremo a fare questo per qualche cooperativa, albergo o per qualche associazione che è fittizia non tutte la pacchia è finita".

LAVORO - "Negli anni i meccanismi di sfruttamento sono stati combattuti aumentando gli oneri sulle spalle degli imprenditori e il risultato è stato di continuare a fare prosperare i disonesti e a gravare sugli onesti - dice Di Maio commentando la vicenda di Sacko Soumayla -. Dobbiamo fare più controlli e ridurre la burocrazia. Per questo l'Ispettorato del Lavoro va potenziato per controllare ed evitare questi malfunzionamenti".

"Tutti raccontano di un contratto di governo in cui i punti cruciali consistono nel fatto che Salvini mi chiedeva cose per Berlusconi su giustizia e telecomunicazioni. Invece, la realtà è di due forze che discutono di diritti sociali: tutte e due hanno avuto un mandato dai cittadini di recuperare i diritti sociali che, mi dispiace, la sinistra ha distrutto''.

ILVA - "La soluzione sull'Ilva non la dico qui - dice sottolineando di essere 'consapevole' delle scadenze che si avvicinano -. Si devono ascoltare i Commissari, i potenziali acquirenti, i sindacati, le associazioni che si occupano di tutela dell'ambiente a Taranto, il sindacato. Dopo questi incontri verificheremo lo stato dell'arte della trattativa e capiremo quali sono le soluzioni". "Tutto sarà fatto con la massima responsabilità e per il bene del Paese", sottolinea Di Maio.

TAV- "Nel contratto abbiamo scritto che vogliamo ricontrattare totalmente quest'opera. Significa che non sarà fatto in maniera unilaterale ma in maniera bilaterale. Parleremo con il nostro omologo del Governo francese e discuteremo di un'opera su cui il Governo Gentiloni stesso ha messo in evidenza che c'erano dei problemi nel rapporto costi e benefici. E' stata progettata 10 anni fa e ci sono stati dei cambiamenti dei flussi di merci". "Tutto sarà fatto, nell'ambito dell'Ue e dei trattati internazionali, con il massimo dialogo per arrivare all'obiettivo. Negli anni invece l'obiettivo era solo il massimo dialogo e questo ha provocato problemi", sottolinea ancora Di Maio.

L'EUROPA - "Il nostro obiettivo è di andare ai tavoli europei per ottenere i margini necessari per fare investimenti in Italia e portare avanti le riforme strutturali". "Non sto dicendo che tutti i soldi di cui abbiamo bisogno proverranno dall'Europa". Ma in Ue, aggiunge Di Maio, "andremo ai tavolo con il massimo dialogo ma anche con fermezza chiedendo lo stesso trattamento degli altri. Siamo il secondo Paese manifatturiero in Europa e siamo uno dei Paesi fondatori". E per ora "non ci stanno bene i parametri come stanno" in Ue.

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