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Conte vola a Parigi

15 giugno 2018 | 06.58
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(Afp)
(Afp)

Il premier Giuseppe Conte oggi sarà a Parigi. E' atteso all'Eliseo alle 13.30 per un pranzo che metterà definitivamente fine alle offensive dei giorni scorsi. Mentre l'Aquarius, con il suo carico di migranti, procede il suo viaggio verso Valencia, il presidente del Consiglio volerà prima in Francia e poi a Berlino, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, per chiedere che l'Italia non venga più lasciata sola a gestire l'emergenza migranti. Puntando i piedi, o quanto meno questo è l'intento affidatogli dell'esecutivo a trazione M5S-Lega, sulla modifica del trattato di Dublino.

"Vi garantisco che a Parigi, come fatto sino ad oggi - promette il presidente del Consiglio sulla sua bacheca Facebook - porterò la richiesta dell'Italia di un'ampia collaborazione e solidarietà a livello europeo sul tema immigrazione. È arrivato il momento di dare vita a una politica migratoria efficace, che veda il nostro Paese non più solo a gestire le emergenze che riguardano i tanti migranti che giungono sulle nostre coste".

Ieri mattina, arrivando al Senato a piedi per la presentazione del rapporto Anac sulla corruzione, Conte ha assicurato ai cronisti che con Macron, dopo le dichiarazioni al vetriolo degli ultimi giorni, nella notte si era passati alla 'stretta di mano', dopo una lunga e cordiale telefonata. Con Parigi l'incidente diplomatico è "assolutamente chiuso - le parole del premier - ora bisogna lavorare alla riforma del regolamento di Dublino".

"Ho ricevuto ieri sera tardi una telefonata da Emmanuel Macron - ha spiegato il presidente prima di varcare il portone di Palazzo Madama - il quale ci ha tenuto a precisare che le dichiarazioni uscite non sono a lui attribuibili, quindi non ha mai offeso l'Italia e suo popolo, adesso abbiamo anche concordato una comunicazione congiunta. Quindi una conversazione dai toni molto cordiali".

"Dopo questo chiarimento iniziale - ha proseguito - abbiamo concordato sulla necessità di cooperare in modo stretto Italia-Francia ma coinvolgendo tutti i paesi europei, perché la questione dell'immigrazione è una questione la cui soluzione non può essere demandata solo all'Italia. Abbiamo quindi concordato che la mia visita a Parigi resta, lui ci teneva molto a mantenere questo invito e sarà da me raccolto".

Così come, durante il G7 in Canada, Conte aveva accolto l'invito di Merkel: anche qui l'obiettivo primario è rivoluzionare la politica sui migranti per far sì che l'Italia, geograficamente svantaggiata perché meta di sbarchi, non resti sotto scacco, lasciata sola a gestire l'emergenza.

Un obiettivo, quello del presidente del Consiglio, difficile da centrare, ma su cui l'esecutivo giallo-verde si gioca la partita decisiva, quella che potrebbe determinarne la sopravvivenza stessa. E che è scritto nero su bianco sul contratto di governo che costituisce il pilastro fondamentale su cui poggia il governo M5S-Lega: "E' necessario il superamento del Regolamento di Dublino", si legge nel documento firmato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

E se è vero che sul tavolo di Parigi prima e Berlino poi il capitolo migranti la farà da leone, saranno anche altri i temi da trattare, anche in vista del consiglio europeo del 28 giugno a Bruxelles. "Con Macron - conferma Conte ai cronisti - parleremo di tutto", non solo migranti dunque ma anche "l'unione bancaria, bancaria/monetaria. Con lui, come avvenuto al G7 in Canada, parliamo di tutto".

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