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E' scontro nel M5S sulle restituzioni

29 giugno 2018 | 07.32
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Si apre un nuovo fronte di scontro nel M5S. Ad accendere gli animi le nuove regole sulle restituzioni, pubblicate ieri mattina sul blog delle stelle. I parlamentari erano convinti, per via delle voci interne circolate nelle ultime settimane, di dover restituire circa 2.300 euro al mese, ovvero metà indennità parlamentare più l’obolo di 300 euro destinato all’associazione Rousseau. Ma ieri mattina dal blog è arrivata una doccia fredda.

Ai 2.300 euro, infatti, sembrerebbero aggiungersi altri 1.000 euro mensili per l’organizzazione e la partecipazione ad eventi ufficiali del M5S. Chi non li spenderà tutti dovrà comunque versare l'eccedenza, rendicontando il tutto. Numeri alla mano, si tratterebbe in totale di 3.300 euro in meno nelle tasche di deputati e senatori 5 Stelle, “contro i circa 1.700 euro di base - spiega un deputato di vecchio corso - che dovevamo rendere nella scorsa legislatura e a cui si aggiungevano i soldi eventualmente non spesi e rendicontati tramite scontrini e ricevute. Insomma, sarà un salasso”.

Tra i più nervosi, a quanto apprende l'Adnkronos, ci sarebbero i parlamentari che, fuori dal Palazzo, rivestivano posizioni di grido. In parte arrivati in Parlamento grazie alle candidature ai collegi uninominali con cui il Movimento ha aperto alla società civile. Tra questi, raccontano, il sottosegretario all'Università e alla Ricerca Lorenzo Fioramonti. Ma non è tutto. A restare di sasso anche gli europarlamentari M5S, fino a oggi obbligati a restituire 'almeno mille euro al mese'. Per loro le nuove regole costituiscono, di fatto, una stangata.

Le restituzioni degli eletti a Bruxelles - che all'epoca aveva creato non pochi dissapori con i colleghi di Roma - con le nuove regole cambieranno in modo davvero considerevole. Non solo. "In Europa non abbiamo l'obbligo di rendicontare le spese - spiega un'europarlamentare all'Adnkronos - quindi non si capisce come si possano applicare queste regole su una realtà ben diversa da quella del Parlamento italiano. Inoltre a Roma la legislatura è appena partita, in Europa queste regole varranno dal mese prossimo o post elezioni 2019?".

Caos, dunque, a Bruxelles come a Roma. Nella Capitale c'è chi giura che la vicenda restituzioni spaccherà il gruppo: "Quando ci sono di mezzo i soldi...", osserva un deputato. I telefoni dei parlamentari in queste ore sono roventi, i membri del direttivo alle prese con la rabbia dei più. I deputati e senatori residenti a Roma, poi, vedrebbero gli introiti limati di ulteriori mille euro non dovendo prendere casa in affitto.

Ma c'è anche chi gongola. "Io sono davvero contento - assicura all'Adnkronos un sorridente Stefano Buffagni, nominato sottosegretario agli Affari regionali - si tratta di un mucchio di soldi, molti più che in passato, ma è questo lo spirito del M5S: dobbiamo dare l’esempio". Ma in tanti, tantissimi, sono sul piede di guerra. "Abbiamo gente che riveste cariche da sottosegretario e ministro per 3.000 euro al mese?", fa notare un deputato, ricordando che nelle regole è scritto nero su bianco che chi ricopre ulteriori ruoli dovrà rinunciare a indennità e rimborsi aggiuntivi previsti.

E c'è chi spera che nei giorni a venire i vertici aggiustino il tiro. "Il regolamento è scritto in aramaico - lamenta un deputato - magari alla fine chiariranno che i mille euro sono una tantum". Anche perché c'è chi ricorda che per l'organizzazione dell'ultima Italia 5 Stelle, ovvero la 'Woodstock grillina' organizzata annualmente in autunno, più volte era stato chiesto ai parlamentari di contribuire per far fronte alle spese. "Magari quando ci saranno eventi eccezionali come questo, ci obbligheranno a versare 1.000 euro in più", confida un senatore.

Eppure la tabella riepilogativa allegata al post sul blog parla chiaro. E dal direttivo confermano che i 1.000 euro sono una quota fissa mensile, "ciò che non spendi sul territorio rendi, versandolo. Anche se il malumore è tale - spiegano - che si sta avviando una riflessione...". Ma è difficile che a questo punto si torni indietro.

Dallo staff della comunicazione assicurano che tutto è sotto controllo e che i dubbi sorti tra i parlamentari sono stati fugati in queste ore. "Oltretutto - viene spiegato - la media delle restituzioni della scorsa legislatura era di circa 3.000-3.500 euro al mese", variabile perché c'era chi restituiva di più, con somme record, vedi Massimiliano Bernini, e chi si limitava ai 1.700 euro dovuti. "Non cambia molto dunque rispetto al passato per i parlamentari - sottolineano dallo staff - se non avergli semplificato la vita sul fronte delle rendicontazioni".

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