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"Un male per le imprese", Berlusconi boccia decreto dignità

08 luglio 2018 | 14.25
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"Sono molto preoccupato", il decreto dignità "è certamente un male per le imprese, per i lavoratori, per l’occupazione, per i veri e propri drammi sociali che l'Italia deve affrontare". Lo scrive l'ex premier e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in una lettera al 'Corriere della Sera', affermando che con questo dl il "governo Conte-Di Maio-Salvini ha mostrato il suo vero volto".

Il Cav ricorda che "ci sono 15 milioni di italiani in condizioni di povertà, dei quali quasi 5 milioni in povertà assoluta, tre milioni di giovani che non studiano e non lavorano, tre milioni di anziani che rinunciano a cure mediche indispensabili perché non se le possono permettere. Molti elettori hanno dato fiducia ai partiti dell’attuale maggioranza proprio perché speravano che facessero qualcosa per dare una risposta a questi problemi. Ora la prima risposta è arrivata, e non solo non risolve nulla, ma al contrario aggrava le difficoltà di famiglie e imprese". Berlusconi parla di "norme che scontentano tutte le categorie produttive" con le quali "si riducono i posti di lavoro, e si scoraggiano i contratti regolari a vantaggio del lavoro nero".

"Un milione di contratti che stanno per essere rinnovati ora sono a rischio e per quasi la metà si tratta di giovani", osserva il leader di Fi, secondo il quale con il dl dignità ci saranno "più disoccupati e più sfruttati: non è certo quello che vogliono i giovani del sud senza lavoro, ma non è neppure quello che si aspettavano le piccole e medie imprese del nord che hanno dato fiducia al programma del centrodestra". E parla di "ideologia della sinistra dirigista" che "si ripresenta nella sua veste peggiore". "Per difendere l’occupazione sarebbero necessarie misure come il taglio del cuneo fiscale e invece ci troviamo di fronte a provvedimenti che rischiano di bruciare migliaia di posti di lavoro", conclude Berlusconi.

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