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Rai, Foa in bilico

29 luglio 2018 | 08.14
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(Fotogramma)
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Poco più di 48 ore alla seduta della commissione di Vigilanza che potrebbe nominarlo presidente della Rai e Marcello Foa, candidato della Lega e del M5S, è ancora in bilico. Finito ieri nel mirino delle opposizioni per le posizioni sovraniste e per essere, accusa il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci, "un amico di Putin, un giornalista-editore che ha fatto campagne contro i vaccini, diffuso fake news, ingiuriato il capo dello Stato", ora Foa rischia di non avere i due terzi dei voti in Vigilanza Rai per la ratifica della nomina. Ventisette i voti necessari per l'elezione, 21 quelli a disposizione di Lega e M5S: a fare da ago della bilancia sarà quindi Forza Italia con i suoi 6 voti che, tuttavia, rischiano di essere contrari. A sottolinearlo, i parlamentari azzurri Gelmini e Mulè, che hanno annunciato una "attenta riflessione" sul nome di Foa, sottolineando l'errore di una scelta non ampiamente condivisa e negando, almeno "al momento", il consenso alla sua elezione.
Durissimo il Pd, con attacchi e appelli ai colleghi dell'opposizione in Vigilanza per far saltare il candidato presidente. Compatti i dem, con il segretario reggente Maurizio Martina che invita a "reagire a questa forzatura" perché "sulla Rai la lottizzazione gialloverde sta calpestando anche il ruolo della Vigilanza".
Proteste anche da Leu: "Sulla Rai - afferma il coordinatore nazionale di Mdp, deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza - è in corso un'occupazione dei posti chiave di potere" e "su questa vicenda si vedrà quali sono i confini reali della maggioranza".
"Noi - aggiunge Speranza - stiamo chiaramente all’opposizione a un governo che doveva essere del cambiamento e che invece si sta rivelando un governo delle poltrone".
A difendere Foa - candidato in quota Lega - scende però in campo il leader M5S Luigi Di Maio, che su un post pubblicato ieri su Facebook lo definisce "un giornalista con la schiena dritta che ha sempre fatto il suo mestiere con grande onestà intellettuale e dimostrando totale indipendenza".
''Noi - ha poi aggiunto oggi in un'intervista al Corriere della Sera - abbiamo scelto in base alle competenze. Diciamo no ai raccomandati nella Rai e nella pubblica amministrazione e largo alla meritocrazia''. E al giornalista che fa notare come sulle nomine i Cinque Stelle non sembrino diversi dai partiti che sono stati al governo in precedenza, Di Maio risponde: ''Se qualcuno riesce a dimostrare che ho incontrato Salini o Foa prima degli ultimi 15 giorni, allora lei ha ragione. Ma non è così".

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