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Guerra al caporalato

08 agosto 2018 | 07.23
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Incidenti come quelli avvenuti a Foggia non devono verificarsi più. Quella dei braccianti sfruttati e irregolari è una piaga che fa fermata. Per questo il governo ha annunciato una lotta senza quartiere al caporalato. Non ha dubbi Matteo Salvini. "E' un problema di mafia - ha detto ieri il ministro dell'Interno, parlando a Foggia dopo gli incidenti che hanno causato la morte di 16 braccianti extracomunitari mentre venivano trasportati in furgoni -. Non di manodopera in nero, caporalato o furbizia". Il titolare del Viminale ha promesso di usare "le armi legalmente permesse per mettere in condizioni di non nuocere questi delinquenti".

Per Salvini "vanno aggrediti i patrimoni dei mafiosi che campano di caporalato e di sfruttamento dell'immigrazione clandestina". Con l'obiettivo, ha spiegato il vicepremier di "svuotare progressivamente i ghetti" in cui vivono i braccianti. Ma per arginare l'emergenza, occorre mettere mano alla legge contro il caporalato, la 199 del 2016 che sia per Salvini sia per il premier Giuseppe Conte andrebbe rivista. La legge "può e deve essere migliorata e aggiornata" ha detto Salvini, in modo da "permettere ad agricoltori perbene di poter lavorare legalmente e regolarmente". "Vogliamo rafforzare le misure di prevenzione e i controlli e incentivare gli imprenditori - ha aggiunto il vicepremier - perché vengano assicurate condizioni di lavoro dignitose per tutti".

Dal canto suo, già nella mattinata di ieri, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio ha invocato "un concorso per gli ispettori del lavoro". Una misura con la quale, il segretario nazionale di Uila, Giorgio Carra si è detto d'accordo. "Ben vengano un aumento dei controlli e del numero degli ispettori, anche se, - ha spiegato all'Adnkronos - c'è da chiedersi come mai in quelle zone i furgoncini, non adibiti al trasporto passeggeri, non vengano fermati dalle pattuglie che presidiano le strade a cominciare dalla polizia stradale e dai carabinieri". Stando ai dati snocciolati da Uila, sono solo 3.600 le aziende agricole iscritte alla Rete del Lavoro agricolo di qualità sulle circa 200 mila potenzialmente attive in Italia, appena l'1,8%. Circa 500 invece quelle che hanno presentato domanda e non sono state accolte.

La Rete, uno strumento che fa capo alla Cabina di regia dell'Inps, istituito dalla legge anti caporalato, dovrebbe garantire la regolarità contributiva di chi vi aderisce e quindi costituire un argine al lavoro nero e allo sfruttamento. Tuttavia, "le iscrizioni delle imprese agricole alla Rete sono poche a tutt'oggi perché mancano gli incentivi" ha sottolineato Carra.

Per l'opposizione la legge 199 contro il caporalato "è cruciale". La pensa così il segretario del Pd, Maurizio Martina, primo firmatario della normativa. "Ha permesso di aumentare controlli, arresti e regolarizzazioni di aziende" ha ribadito Martina a Foggia, dove era arrivato per un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Oggi, intanto, Flai Fai Uila di Capitanata e da Cgil Cisl Uil territoriali e regionali scenderanno in piazza, a Foggia, per gridare "Basta sfruttamento, basta caporali, basta morti".

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