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Camcording

Guerra a film pirata, arriva proposta di legge

02 settembre 2018 | 12.52
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Foto di repertorio (Fotogramma)
Foto di repertorio (Fotogramma)

Forza Italia dichiara guerra ai film pirata e, in particolare, alle registrazioni 'rubate' delle pellicole proiettate in sala, con una proposta di legge ad hoc presentata negli ultimi giorni a Montecitorio. Il provvedimento a prima firma della deputata Marzia Ferraioli punta a contrastare il fenomeno del camcording (ovvero la registrazione illecita audio o video dei film nelle sale cinematografiche), che rappresenta la fonte primaria della pirateria audiovisiva.

"Le registrazioni illecite dell'audio e/o del video di un film - si legge nel testo del provvedimento, visionato dall'Adnkronos - vengono distribuite illegalmente sul web o su supporti fisici. I profitti di questa illegale attività valgono a finanziare organizzazioni criminali, creano ingenti danni all'intera filiera cinematografia e mortificano il lavoro delle maestranze e delle professionalità coinvolte nella realizzazione di un film".

Stando alle ultime stime, nove film pirata su dieci presenti su internet sono frutto di opera di camcording e questo, "insieme al fenomeno della pirateria, va a danneggiare in modo grave tutta la filiera cinematografica", viene spiegato nella proposta di legge.

Recenti dati Fapav/Ipsos citati nella pdl evidenziano come i mancati incassi per l'industria del grande schermo, a causa della pirateria audiovisiva, sfiorino i 617 milioni di euro, con un danno stimato in oltre un miliardo per l'intera economia del Belpaese e circa 6mila posti di lavoro a rischio.

Forza Italia prova dunque a correre ai ripari con un provvedimento finalizzato a "inasprire il contrasto" al fenomeno del camcording "trasformando tale condotta illegale da mero illecito amministrativo a reato sanzionato penalmente al pari delle altre condotte illecite di pirateria, così come previsto dalla Legge 633/41".

Attualmente in Italia, infatti, la materia è disciplinata dal Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza tramite l'articolo 85-bis "che vieta esclusivamente l'introduzione o l'utilizzo nelle sale di strumenti atti alla riproduzione e si pone pertanto come norma di tutela preventiva, non implicando di per se stessa la sussistenza di una violazione del diritto d'autore che si consuma invece nell'atto di riproduzione e di comunicazione abusiva al pubblico delle opere cinematografiche".

La Legge 22 aprile 1941 n. 633 in tema di riproduzione abusiva di opere protette, secondo il provvedimento presentato da Fi, va invece "solo 'attualizzata'" affidando "al concessionario o al direttore del luogo di pubblico spettacolo, il compito di attivare i sistemi di videosorveglianza atti a monitorare l'introduzione, l'installazione o comunque l'utilizzo abusivo dei dispositivi funzionali al camcording" e informando il pubblico "della presenza di dispositivi di videosorveglianza" con l'istallazione di cartelli nel luogo della rappresentazione che risultino "ben visibili".

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