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Fico: "Dalla Diciotti dovevano scendere tutti subito"

03 settembre 2018 | 19.47
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"Non c'è dubbio, e lo dico senza alcuna remora, che dalla Diciotti tutte le persone dovevano scendere sul territorio italiano il primo giorno e non si doveva aspettare tutto questo tempo. E' una questione su cui ho lavorato molto". Così il presidente della Camera, Roberto Fico, parlando del caso Diciotti alla Festa dell'Unità di Ravenna.

"Ciò che io non tollero" dice riguardo all'immigrazione, è che su questo tema "si parli con la pancia e non si racconti chi sono queste persone". Per il presidente della Camera, occorre "parlare con intelligenza di queste questioni non polarizzando gli scontri, perché altrimenti "ci vanno di mezzo solo le persone".

"Non ho bisogno di difesa - sottolinea poi durante un confronto con il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio - di creare la polemica continuamente, non me ne frega neanche di rispondere a Salvini... Il M5S io l'ho costruito, conosco il mio Movimento, so che nel contratto di governo si muove ma troppo al di là non si potrà più muovere".

VISEGRAD - Secondo Fico è necessario "costruire un altro regolamento di Dublino con la partecipazione di tutta Europa" ma non secondo la linea dei Paesi di Visegrad. "Il Movimento 5 Stelle si presenterà da solo alle prossime elezioni europee... Visegrad è contro gli interessi nazionali italiani - rileva - Ma non è che dall'altro lato con Macron abbiamo questa grandissima scelta dopo quello che hanno fatto a Ventimiglia, a Bardonecchia, in Libia... Non pensiamo che da una parte ci siano i barbari e dall'altra le persone perbene".

LIBIA - Proprio riguardo a quanto sta accadendo in Libia, il presidente della Camera dice che "la Francia ci ha lasciato questa situazione dopo essere andata unilateralmente in Libia e oggi siamo sull'orlo di una nuova guerra civile".

GOVERNO - Fico parla poi dei rapporti all'interno dell'esecutivo. "M5S e Lega - spiega - lavorano su un contratto non su un'alleanza".

CASO REGENI - Sulla morte di Giulio Regeni, la terza carica dello Stato mette in chiaro: "Fin quando non avremo elementi di avanzamento serio delle indagini, per me non ci potranno essere grandi rapporti con l'Egitto". "Io - aggiunge - sono vicino alla famiglia Regeni e come terza carica dello Stato farò scudo perché tutta la verità possa emergere".

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