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Fondi Lega, il Carroccio verserà 600mila euro all'anno

18 settembre 2018 | 14.44
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Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Fondi Lega, accordo raggiunto. La procura di Genova ha trovato l'accordo con i legali della Lega Nord sulle modalità di esecuzione del sequestro della cifra di 49 milioni di euro, che il partito di Salvini deve restituire, a seguito della truffa sui rimborsi elettorali, relativi al biennio 2008-2010. Secondo quanto concordato saranno oggetto di sequestro centomila euro a bimestre, per un totale di 600mila euro l'anno, che verranno prelevati da un 'conto di garanzia', attivo fino all'estinzione dei gradi di giudizio. Per la Lega, l'intesa raggiunta con la magistratura del capoluogo ligure, con l'ok al prelievo di fondi (pari a un 'tassa' mensile di 50mila euro) dal conto garanzia, è stata una sorta di scelta obbligata "per mantenere viva l'agibilità politica del partito". Scelta che non significa, spiegano fonti di via Bellerio, che sia cambiato il giudizio sulla sentenza. "La continuiamo a ritenere una cosa sbagliata, ma, per senso di responsabilità, depositiamo i soldi a garanzia". "Denaro - si ricorda - che arriverà dalle tasche dei parlamentari del Carroccio". Il ricorso in Cassazione, come oggi hanno spiegato i legali della Lega, Giovanni Ponti e Roberto Zingari, punta a stoppare il provvedimento di sequestro dei beni futuri, deciso dal Riesame lo scorso 6 settembre, fino a recuperare la somma di 49 milioni. Soldi che per l'accusa sarebbero il frutto della truffa ai danni dello Stato che il leader della Lega Umberto Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito avrebbero messo in piedi per ottenere falsi rimborsi elettorali, durante il biennio 2008-2010.

"Noi in questa situazione non abbiamo fatto altro che quello che viene fatto in altre procedure analoghe, laddove agiamo in esecuzione - ha spiegato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi -. La procura per evitare di soffocare aziende operative vanta il suo titolo su profitti percepiendi per una parte dei proventi futuri, consentendo di incassare una parte delle somme nel tempo fino al raggiungimento del credito complessivo dovuto allo Stato e consentendo alle aziende di operare. Credo che abbiamo raggiunto un punto di equilibrio e perseguito gli interessi dello Stato". I magistrati hanno reso note le modalità di esecuzione spiegando che quello applicato è un meccanismo che la procura ha già seguito ad esempio per il rientro di crediti erariali, per cui una società può subire sequestro preventivo. La modalità individuata permette di evitare "il doppio risultato di non conseguire alcunché di quello che si poteva conseguire con il titolo - ha concluso il procuratore - e ottenere lo strozzamento di un partito politico che agisce nell'ambito democratico e rappresenta milioni di persone".

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