"Il nostro obiettivo non cambia, magari siamo già salvi ma sarebbe un errore perdere di vista questo obiettivo. Poi vedremo se avremo la forza di ambire a qualcos'altro. Non entrare in Europa League non sarebbe un fallimento". Il tecnico del Verona, Andrea Mandorlini, predica calma ai suoi il giorno dopo il pareggio strappato al 94' al Bentegodi contro la Juve capolista. "Nel primo tempo siamo andati sotto con un gol un po' strano, poi ci hanno messo sotto pressione e hanno fatto facilmente il secondo, la squadra non sembrava in grado di reagire ma nello spogliatoio gli ho detto che nel secondo tempo c'era un'altra partita da giocare -ripercorre il match il tecnico scaligero ai microfoni di Radio Anch'io Sport-. Abbiamo avuto una reazione forte nell'intervallo, a mente fredda non era facile dopo i primi 20 minuti. La partita era stata preparata benissimo sotto il profilo mentale. C'era un'altra partita da giocare e c'era da fare di tutto per rimetterla in piedi". Mandorlini a chi paragona il suo Verona a quello che vinse lo scudetto nel 1984 risponde così: "Loro sono stati bravissimi, hanno vinto un campionato incredibile. Difficile fare paragoni, questo è un calcio così economico che è difficile vedere una provinciale vincere lo scudetto -. A quei tempi ero calciatore, con l'ambiente e con il mister Bagnoli che ho conosciuto hanno costruito una leggenda che dura ancora dopo tanti anni. Lo spirito che ti dà questo ambiente è qualcosa d'incredibile. Toni come Elkjaer? Luca ha caratteristiche incredibili, è pazzesco quello che riesce a fare, ha l'esperienza che non è soltanto di campo, ieri aveva una carica incredibile. Io come Bagnoli? Magari".
