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De Rossi: “Dobbiamo avere una sana paura della Costa Rica”

17 giugno 2014 | 19.39
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Il centrocampista pronto alla gara di venerdì: “Se vinciamo, mettiamo una seria ipoteca sul passaggio del turno”. Elogio a Pirlo : “Esempio sia in campo che fuori”. E su Totti: “Avrebbe fatto il fenomeno in questa nazionale”

De Rossi e Pirlo (Infophoto)
De Rossi e Pirlo (Infophoto)

“Dobbiamo avere una sana paura della Costa Rica. Se vinciamo, mettiamo una seria ipoteca sul passaggio del turno”. Daniele De Rossi e la Nazionale puntano dritti alla sfida in programma venerdì contro la Costa Rica. Un successo consentirebbe agli azzurri di staccare virtualmente il biglietto per gli ottavi di finale.

“Nessuno pensava che potesse ottenere un risultato così netto contro l’Uruguay, che è uno squadrone. La Costa Rica ha mostrato ottime individualità e probabilmente sarà più abituata di noi alle temperature che troveremo giocando alle 13. Se avesse perso 3-0, forse l’avremmo sottovalutata. Adesso, di sicuro, questo non succederà”, dice il centrocampista dal ritiro di Mangaratiba.

“Il livello generale delle Nazionali è cresciuto, tutti provano a proporre il proprio gioco. La Costa Rica che giocò a Italia ‘90 magari aveva soprattutto giocatori che militavano in patria. Adesso sono giocatori di club olandesi, li affrontiamo anche con le nostre squadre. In questo Mondiale si segna di più -osserva- ma non perché il livello generale sia basso, anzi. Le partite non finiscono 8-1. Uruguay-Costa Rica finisce 3-1, ma vince la Costa Rica”.

De Rossi, nel match vinto contro l’Inghilterra, è stato protagonista di un’ottima prestazione. “E’ sbagliato pensare che ci sia qualcuno insostituibile. Ci sono almeno 2-3 calciatori che, con caratteristiche diverse, possono ricoprire il mio ruolo anche meglio di me. Thiago Motta, ad esempio, può giocare tranquillamente davanti alla difesa -dice il giocatore della Roma-. Forse è meno dinamico di me, ma ha più classe e qualità. E’ un mediano difensivo di livello assoluto, uno dei più forti al mondo”.

In generale, dice il perno della Roma, “abbiamo un centrocampo forte, ma penso sia esagerato dire che è il migliore del mondo. Il nostro reparto è forte da tanti anni, in questo torneo abbiamo giocatori che si integrano bene. Non è stato il centrocampo a vincere da solo la partita con l’Inghilterra, è stato determinante l’impegno di tutta la squadra. Forse abbiamo avuto un pizzico di fortuna, ma abbiamo giocato bene e vinto con merito”.

Pirlo esempio per tutti - “Sarebbe bello salutare Pirlo al Maracanà con la Coppa in mano, ma tutte le squadre sono venute qui per lo stesso motivo”. “Ho passato 10-12 anni di Nazionale con Andrea, sempre nella stessa stanza: l’ultima partita qui potrebbe essere l’ultima che giocheremo insieme, fa un certo effetto. Pirlo è un esempio, non solo in campo. In tanti anni non ha mai tenuto un comportamento sopra le righe, è sempre stato compassato. E questo lo fa apprezzare da tutti, come si vede anche qui. E’ ammirato da tutti i tifosi”, dice il centrocampista della Roma dal ritiro di Mangaratiba. “Da agosto saremo uno contro l’altro in campionato, ma un avversario diventa il primo compagno da difendere in Nazionale. Stiamo giocando un Mondiale che per un mese e mezzo è la priorità. Questo è un gruppo di amici, non c’è nessun rancore da sotterrare”. “Io -aggiunge- finché sarò in grado di onorare questa maglia, me la tengo stretta. Mi sento giovane e forte, quando arriverà il momento della mia ‘scadenza’ ve ne renderete conto per primi”.

Totti grande assente - Francesco Totti “avrebbe fatto il fenomeno” nella Nazionale ai Mondiali di Brasile 2014. “Francesco ha saputo trovarsi bene e far sentire bene i compagni in squadre tecniche o fisiche. Ha attraversato 4-5 generazioni di Roma e si è sempre trovato bene”, dice Daniele De Rossi, compagno di club del capitano giallorosso. “Qui avrebbe trovato qualcuno in grado di farlo giocare da fenomeno, qui la palla ti arriva sui piedi. Avrebbe tratto vantaggio da questo tipo di gioco”.

Caldo e diritti tv - “Con il caldo si fa fatica, anche squadre di grande qualità atletica vanno a 2 all’ora se giocano alle 13... L’orario è questo per tutti, fa caldo per tutti”.

“Noi in Italia il 6 gennaio giochiamo alle 21 a Torino o Verona su campi ghiacciati. A livello di diritti televisivi e di soldi ci sarebbe un gran danno se giocassimo qui alle 21, perché in Italia sarebbe notte fonda. Si gioca alle 13, l’orario è questo per tutti. Quando fa caldo, fa caldo per tutti”, dice il centrocampista dal ritiro di Mangaratiba. “In Confederations abbiamo giocato a Recife alle 21 e si moriva di caldo. Magari i giocatori costaricensi si adatteranno meglio, ma anche loro dovrebbero essere contenti se dovessero esserci i timeout”, spiega ancora.

Al di là del meteo, l’avventura procede a gonfie vele. “Per me questa è la sistemazione ideale. Non sono un grande fan degli allenamenti a porte aperte, qui esco dalla stanza e dopo 2 minuti a piedi arrivo al campo. Siamo stati accolti benissimo, c’è una cordialità unica. La gente vive per il calcio e si vede”, dice. “I bambini che oggi sono venuti qui -aggiunge riferendosi alla giornata odierna- hanno portato un entusiasmo contagioso. Il popolo brasiliano è meraviglioso, si preannuncia il Mondiale più bello di sempre. L’unico problema è il clima, ma non dipende da nessuno”.

In incognito sui social - “I social network? Magari li frequento in maniera privata, con nomi di fantasia, per passare qualche minuto divertente con i miei amici...”, confessa e aggiunge: “Non li utilizzo per comunicare con i tifosi, ci sono molti ‘fake’ e uno ha messo all’asta la maglia che ho indossato contro l’Inghilterra...”, dice riferendosi ai falsi profili pubblici. “Quando devo dire qualcosa, vengo qui e parlo”, aggiunge nella conferenza nel ritiro di Mangaratiba.

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