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Diritti Tv, decisione rinviata a mercoledì. Scontro tra Sky e Mediaset

23 giugno 2014 | 16.21
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Lo slittamento dopo la lettera del gruppo di Murdoch al presidente della Lega Calcio: “Non possiamo accettare l’idea che l’assegnazione avvenga secondo principi e ipotesi non regolari e non previste dal bando”. Controdiffida del gruppo di Cologno Monzese nei confronti della pay tv “per turbativa d’asta e concorrenza sleale“

Diritti Tv, decisione rinviata a mercoledì. Scontro tra Sky e Mediaset

E’ scontro a colpi di diffide e controdiffide tra Sky e Mediaset per i diritti televisivi della serie A. L’assemblea della Lega Calcio, dopo tre ore di discussione, ha deciso di aggiornare i lavori a mercoledì prossimo, alle 14. Sullo slittamento pesa la lettera di diffida che i vertici di Sky Italia hanno mandato alla Lega Calcio, in occasione della assemblea in via Rosellini a Milano. “Le regole vanno rispettate - dicono fonti vicine alla pay tv - e per questo siamo stati costretti a farlo”.

Mediaset ha reagito alla lettera di diffida inviata dai vertici di Sky Italia con una controdiffida nei confronti della pay tv “per turbativa d’asta e - si legge in una nota - per concorrenza sleale con minaccia di danni nei confronti di Sky e Lega Calcio in caso di assegnazione congiunta dei pacchetti A e B”.

All’uscita dall’assemblea della Lega Calcio si è appreso che l’incontro è stato “ricognitivo”, mentre martedì si terrà una “ricognizione giuridica” tra gli avvocati delle singole società, in attesa dell’assemblea di mercoledì. Alcuni presidenti, si apprende, non avrebbero gradito la diffida di Sky, nonostante, sostengono le stesse fonti, in molti se lo aspettassero.

Nella lettera di Sky indirizzata al presidente della Lega di serie A, Maurizio Beretta si legge: “Caro Presidente oggi è un giorno importante per il calcio italiano e la vostra assemblea odierna sta per operare scelte che avranno un impatto significativo per il sistema calcio nel triennio 2015 /18. Sky - prosegue la lettera - è da più di 10 anni il partner principale della Serie A. In questi anni abbiamo investito oltre 5 miliardi di euro costruendo un prodotto televisivo amato e seguito da milioni di persone, portando a un forte incremento dell’occupazione e facendo fare un grande salto di qualità al racconto del calcio in tv, grazie alle tante innovazioni introdotte”.

“Allo stesso tempo - si legge ancora - siamo stati al vostro fianco assicurandovi risorse economiche per pianificare e gestire la vostra squadra. Vogliamo continuare a investire nel Paese e nel calcio contribuendo a far crescere lo sport più amato dagli italiani. Ma anche noi dobbiamo salvaguardare gli investimenti del nostro azionista e non possiamo accettare l’idea che l’assegnazione dei diritti della Serie A avvenga secondo principi e ipotesi non regolari e non previste dal bando, le cui linee guida sono state preventivamente approvate dalle Autorità indipendenti”.

Per questo, prosegue la lettera “abbiamo notificato” alla Lega Calcio, “nelle persone del suo presidente Maurizio Beretta e del suo direttore Generale Marco Brunelli, la diffida”. “E’ un passo a cui siamo stati costretti perché crediamo che il rispetto delle regole sia sempre fondamentale e, proprio nel pieno rispetto delle regole, in questa gara noi abbiamo fatto le offerte più alte. Siamo - conclude - a vostra disposizione per eventuali chiarimenti”.

Mediaset in una nota sottolinea: “Inutile far finta di non capire: assegnare a un unico operatore pay le 248 partite delle otto squadre di Serie A che da sole rappresentano oltre l’86% dei telespettatori tifosi italiani è esattamente quello che la legge, le autorità regolamentari e la stessa Lega Calcio Serie A hanno sempre voluto impedire a difesa dei consumatori e della concorrenza”.

Mediaset “ha presentato le proprie offerte rispettando scrupolosamente le regole e mai ha espresso la richiesta congiunta dei pacchetti A e B. A confondere le carte - continua - a impedire che oggi la Lega Serie A potesse assegnare i diritti con serenità è stata la scelta dell’operatore satellitare di offrire non solo per il satellite ma di puntare irregolarmente anche sul pacchetto ‘B’ riservato al digitale terrestre”.

Sul digitale terrestre “il monopolista satellitare ha un vincolo istituzionale chiarissimo: chi opera in regime di monopolio pay sul satellite e detiene circa il 78% del mercato complessivo della pay tv italiana non può rafforzare ulteriormente la propria posizione dominante”.

E’ evidente che, conclude il gruppo, “se grazie a campagne di disinformazione e a intimidazioni dei Club italiani a suon di diffide, un operatore di pay tv dovesse riuscire a stravolgere le regole e ottenere il monopolio delle squadre più allettanti, nessun altro concorrente potrebbe continuare a esercitare l’attività pay in Italia”.

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