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Tennis addio, ora la novità si chiama paddle

25 agosto 2014 | 10.25
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Regole e punteggio identici, ma il campo è più piccolo così come le racchette. E la pallina non esce mai, perché ai bordi c'è un muro trasparente dove rimbalza. E' nato alla fine dell'Ottocento ma solo nel 2008 è stato riconosciuto come disciplina dal Coni. In tanti lo stanno scegliendo, compresi campioni come Djokovic e Nadal e vip del calibro di Maradona, Alberto di Monaco e Totti

(Infophoto) - INFOPHOTO
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Si gioca in quattro, il campo ha le sponde e le racchette sono piccole. E' il paddle, sport nato da oltre un secolo ma che solo nel 2008 è stato riconosciuto come disciplina dal Coni. Si potrebbe definire il fratello minore del tennis: regole e punteggio sono identici, il campo anche se non fosse per le misure, più contenute. Ai bordi, però, sorge un 'muro' solitamente trasparente, che fa assomigliare il paddle anche allo squash, perché la pallina che ci rimbalza è sempre in gioco. Le racchette sono più piccole, a primo impatto sembrano dei racchettoni da spiaggia. Sono in gomma, forate e con un rivestimento in fibra di vetro o di carbonio.

Il risultato di questo mix è soprattutto la frenesia, in quanto la palla non esce mai. Probabilmente è il segreto del suo successo, come testimoniano gli impianti sorti in tutta Italia (oltre cinquanta) e la quantità di persone che lo hanno scelto, compresi vip quali Maradona, Roberto Mancini, Francesco Totti e Alberto di Monaco. Ma anche campioni del tennis, su tutti Rafa Nadal e Novak Djokovic, che ci giocano per allenarsi.

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