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Calcio: Platini contro discriminazioni, finita epoca pallone 'machista'

10 settembre 2014 | 19.54
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'Tavecchio? Uefa ha deciso di aprire una inchiesta su cui si esprimerà, dunque non entrerò nel merito'

Michel Platini  INFOPHOTO - INFOPHOTO
Michel Platini INFOPHOTO - INFOPHOTO

"L’Europa del calcio bianco, machista è finita e, per fortuna, non tornerà". Un calcio al razzismo e a ogni forma di discriminazione, è quanto si ripromette il presidente dell’Uefa Michel Platini che oggi a Roma, presso l’hotel Parco dei Principi, ha aperto i lavori della due giorni di conferenza ‘Respect Diversity’ che ha chiamato nella Capitale oltre 200 delegati di federazioni affiliate alla Uefa, leghe, club, organizzazioni politiche e di governo, Ong e gruppi di minoranze che affiancheranno esperti e rappresentanti dei media per discutere di come trattare tutti gli aspetti legati al razzismo e alla discriminazione nel mondo del calcio.

Ospitata dalla Figc e organizzata dalla Uefa, dalla rete Fare e dall’unione giocatori FIFPro, la conferenza è cominciata con l’intervento dell’ex campione juventino che non ha mancato di fare un piccolo accenno alla vicenda della frase su ‘Opti Pobà’ pronunciata prima delle vacanze estive dal presidente della Figc Carlo Tavecchio: "Ha espresso frasi che hanno provocato stupore e riprovazione. L'Uefa ha deciso di aprire una inchiesta su cui si esprimerà, dunque non entrerò nel merito".

"Non mi è parso un attacco, è stato, diciamo un elemento che ha ricordato un fatto di cronaca", è tornato sull’argomento il presidente della Lega di Serie A Maurizio Beretta nel commentare le parole pronunciate da Platini sul palco.

Un bilancio con luci e ombre quello sulla lotta al razzismo che vede l’Uefa da anni in prima linea per contrastare il fenomeno, come sottolineato dallo stesso Platini. "Questa è la quarta conferenza di questo tipo in 11 anni. L’Uefa ed io pensiamo di non poterci inorgoglire per questo, dobbiamo essere onesti, è la constatazione di un fallimento. Il razzismo appartiene al presente delle nostre società e del calcio, ma l’Uefa può essere orgogliosa di essere la prima organizzazione ad aver messo in agenda questo problema".

Nel corso della giornata sono stati tanti gli interventi che si sono succeduti. In platea, tra gli altri, il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, il numero uno della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, il vicepresidente dell’Uefa, Giancarlo Abete oltre al designatore arbitrale Uefa, Pierluigi Collina.

Nel corso del suo intervento Agnelli ha voluto ribadire come l’impegno vada "incentrato sull’educazione come chiave per combattere tutte le forme di discriminazione e promuovere l’integrazione. Lotta alla discriminazione, integrazione ed educazione possono infatti esser considerati i tre pilastri di una società felice. L’Italia -conclude il dirigente bianconero- sta prendendo coscienza solo adesso della portata del fenomeno dell’immigrazione di massa. Il mondo è cambiato e anche l’Italia sta diventando sempre di più un paese multiculturale".

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