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Comunicato stampa

10 anni di biogas in Veneto, Biogasfattobene modello di sviluppo per una nuova agricoltura

20 giugno 2018 | 17.40
LETTURA: 6 minuti

Padova, 20 giugno 2018 - Decarbonizzazione e nuovo sviluppo per il Veneto grazie al Biogasfattobene sono stati i temi al centro della discussione tenutasi oggi in Villa Borromeo a Sarmeola di Rubano, nel corso del convegno intitolato "10 anni di biogas in Veneto", promosso dal Centro Studi di Economia e Tecnica dell’Energia Levi Cases e dall’Università di Padova in collaborazione con il CIB - Consorzio Italiano Biogas e con il patrocinio della Regione del Veneto.

Nel corso della mattinata di discussione moderata da Piero Gattoni, presidente CIB, sono intervenuti: Roberto Marcato, Assessore allo Sviluppo economico ed Energia della Regione Veneto, Giuseppe Pan, Assessore regionale all’Agricoltura caccia e pesca, Martino Cerantola, Presidente Coldiretti Veneto, Giordano Emo Capodilista, membro della Giunta Nazionale di Confagricoltura, Donatella Banzato, Centro Studi di Economia e Tecnica dell’energia Levi Cases - Università di Padova, Giustino Mezzalira, Direttore sezione Ricerca Agenzia Veneta per la ricerca nel settore primario, Michele Passerini, Presidente CIA e Fabiano Barbisan, Presidente Unicarve, Emanuele Gesù, Head Small Scale LNG – SNAM Spa.

Il Veneto è la terza regione in Italia per numero di impianti di biogas, dopo Lombardia ed Emilia Romagna. Con i suoi 220 impianti attivi, di cui 90% di tipo agricolo, il Veneto produce 1200 GWh, una produzione importante di bioenergia proveniente dall’agricoltura che, grazie al recente “decreto biometano” può avere ricadute molto positive anche sul fronte dei trasporti in termini di riduzione delle emissioni e decarbonizzazione del comparto. I recenti sviluppi del quadro normativo, infatti, prospettano una produzione di 1 miliardo di mc di biometano entro il 2022 da destinare esclusivamente ai trasporti, con investimenti di oltre 2,5 mld di euro nella filiera produttiva e distributiva e 10 mila nuovi occupati a livello nazionale. Il Veneto è una regione già vocata alla mobilità a metano con 156 distributori presenti sul territorio e la diffusione dell’utilizzo del biometano potrebbe migliorare notevolmente anche la qualità dell’aria. Si calcoli, infatti, che un’auto a biometano ha emissioni nell’arco del ciclo di vita pari a un’auto elettrica alimentata da energia eolica. L’alimentazione a metano e biometano, inoltre, consente un abbattimento delle polveri sottili del 90% e degli NOx fino al 70%.

“Dieci anni di esperienza straordinaria in Veneto, dieci anni in cui abbiamo perso qualche occasione e non tutto è andato per il verso giusto”. Descrive così l’esperienza del comparto biogas in Veneto l’Assessore regionale allo Sviluppo Economico ed Energia Roberto Marcato, chiarendo: “Abbiamo avuto modo di verificare, di fare esperienza, oggi abbiamo una sfida davanti: fare biogas e biometano si può, e si deve farlo bene. La Regione Veneto ovviamente sarà a fianco dei nostri allevatori e produttori in questa partita perché noi vogliamo produrre energia dando opportunità sia finanziarie sia di sviluppo alle nostre grandi aziende”.

“La presenza di oltre 200 impianti biogas nel nostro territorio è una presenza importante che dà una grande redditività alle aziende agricole, non solo ai proprietari dell’impianto ma a tutta la filiera” dichiara l’Assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan. “La Regione Veneto intende supportare questo tipo di impianti non solo nella costruzione ma anche nel loro mantenimento, per una serie di motivi: per ovviare al problema dello smaltimento dei reflui zootecnici, innanzitutto, per una redditività del sistema, perché gli impianti biogas si alimentano anche con prodotti agricoli e in questo modo consentono di mantenere dei prezzi sostenibili”. “Quanto al biometano – aggiunge l’Assessore Pan - abbiamo un parco macchine alimentate a metano e una rete di distribuzione importanti, quindi esiste una propensione del privato a usare il metano per la propulsione dei mezzi da autotrazione, con una conseguente riduzione delle emissioni della CO2 e un aumento della redditività delle imprese. Contiamo dunque in futuro di lavorare in squadra con gli agricoltori e con i produttori di biogas, anche per risolvere eventuali problemi che possano insorgere a livello locale”.

“Biogasfattobene significa agricoltura fatta bene – chiarisce Piero Gattoni, presidente CIB -, un’azienda agricola che adotta il nostro modello diviene più resiliente a livello economico, più capace di investire risorse nel territorio e più sostenibile dal punto di vista ambientale, poiché innesca un processo di decarbonizzazione delle attività agricole a tendere verso un modello “carbon negative”, contiene le emissioni in atmosfera e consuma meno acqua e risorse. Nel concreto, Biogasfattobene® significa: più carbonio stoccato nel suolo grazie all’uso del digestato in luogo dei fertilizzanti chimici, terreni più resilienti, ricorso alle doppie colture e, quindi, più biomassa e terreni coperti e protetti tutto l’anno, adozione di tecniche di precision farming e agricoltura conservativa, aumento della varietà di colture. Grazie al Biogasfattobene – conclude Gattoni – l’agricoltura può essere un driver di innovazione e di sostenibilità ambientale, economica e sociale per il Paese, una partita in cui il Veneto può e deve giocare un ruolo di primo piano”.

"Come Centro Levi Cases siamo orgogliosi di poter vantare il patrocinio con la Regione Veneto, per questo argomento così importante per tutto il settore dell'agricoltura e della zootecnia Veneta” dichiara Alberto Bertucco Direttore del Centro Levi Cases. “Il biogas oggi, e il biometano domani, risultano un'importante opportunità di sviluppo economico e di posti di lavoro per il settore agricolo in primis, ma anche per quello industriale e per quello dei trasporti. Fare il punto della situazione dopo 10 anni dalla nascita dei primi impianti è fondamentale per capire da dove sia partito il settore e che direzione potrà prendere nei prossimi anni".

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