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Libri: I primi quattro decenni di Chez Maxim's raccontati dal fattorino

17 aprile 2014 | 18.52
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"Monarchi e maragià, principi e milionari, magnati della finanza e dell'industria, diplomatici e uomini politici, tutta la nobiltà dell'universo, tutti i notabili mondiali sono venuti da Chez Maxim's a 'divertirsi' in una atmosfera di lusso e di ebbrezza, nella società delle mondane raffinate, con l'elite delle cortigiane. Se anche in quell'ambiente s'insinuavano parassiti di gran classe, spie, avventurieri, la volgarità però non era mai ammessa". Con questa filosofia, José Roman, nelle memorie del 1939 raccontava i primi quattro decenni di esistenza del vero tempio della Belle epoque. Sellerio pubblica adesso 'Chez Maxim's, ricordi di un fattorino' (Sellerio editore Palermo, 265 pagg., 14 euro). Gli erano corsi davanti, dall'osservatorio privilegiato di fattorino in realtà factotum al servizio dei capricci e delle necessità di quegli elegantissimi dandy, di quelle provocanti divoratrici di patrimoni.

Al Maxim's, per obbligo di buon gusto mancando ogni numerazione, non c'era altro modo di accontentare i clienti se non conoscendone perfettamente nomi, compagnie e gusti. Un fattorino, ricercato come l'autore di queste indiscrezioni, diventava così, obbligatoriamente, uno scrigno di segreti e un confidente, quando non anche un complice di debosce. E l'ambiente di Feydeau che Roman racconta, fatto di un'aristocrazia malinconicamente decaduta e un patriziato del denaro famelico, da far credere a una lotta di classe allo champagne. I ricordi del fattorino di Maxim's furono riscritti, solo per la forma, da un giovane Raymond Queneau.

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