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'La Grande Guerra', un racconto per immagini nella prima mostra virtuale

19 marzo 2014 | 13.59
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Roma, 19 Mar. (Ign) - 'Vedere la Grande Guerra'. Nell'anno del centenario del primo conflitto mondiale sbarca online la prima mostra virtuale sul tema, curata dal Museo Centrale del Risorgimento di Roma, con l’obiettivo di rendere disponibili, per il pubblico del web, una serie di immagini che raccontano il 14-18. Tra i contributi in rete le fotografie d'archivio, i giornali, le immagini e i disegni che rivelano la vita dei soldati, il lutto, la memoria e la speranza che hanno accompagnato una generazione europea -francesi, tedeschi, inglesi, austriaci, italiani- finita al fronte, per quella che resta, nella memoria collettiva, la ferita più grande che aprì il 20esimo secolo.

La mostra online testimonia ci come patrimonio culturale e nuove tecnologie, possano dare vita a iniziative in grado di abbattere le barriere museali e allargare l'audience per i tesori della memoria di cui è ricco il nostro Paese.

In questo caso, da una parte, troviamo le immagini (conservate) che raccontano la 'Grande Guerra'. Dall'altra un software open source, MOVIO, (Mostre Virtuali Online), presentato in queste ore e nato da un progetto coordinato dall'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane (ICCU) e cofinanziato dalla Fondazione Telecom Italia.

"Tra i numerosi effetti che provocò la Prima Guerra Mondiale -spiega Marco Pizzo, direttore del Museo che ha realizzato la mostra online, a margine della presentazione di MOVIO alla Biblioteca centrale di Roma- uno non irrilevante fu il radicale rinnovamento delle metodologie utili a documentarla. La guerra fu vista, seguita e descritta da decine di fotografi, pittori, scrittori che testimoniarono la loro partecipazione al conflitto mediante i più svariati mezzi di espressione – dai documenti alle cartoline, dai giornali di trincea ai quaderni delle scuole del fronte, dalle lettere private alla famiglia ai volumi a stampa di memorie – e non a caso la Grande Guerra che è stata letta ed interpretata come l’ultimo atto della cultura dell’Ottocento e, al tempo stesso il preludio della moderna contemporaneità".

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