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100 anni fa gli spari di Princip a Sarajevo. E il mondo conobbe la Grande Guerra

24 giugno 2014 | 15.50
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Sotto i colpi dello studente nazionalista Gavrilo Princip morirono l’arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Sofia. Era il 28 giugno del 2014, da lì iniziò l’escalation che portò nel giro di un mese al primo conflitto mondiale con i suoi 15 mln di vittime

100 anni fa gli spari di Princip a Sarajevo. E il mondo conobbe la Grande Guerra

Il diciannovenne Gavrilo Princip non fallì la seconda chanche. Dopo che le bombe lanciate contro il corteo dell’erede al trono austro-ungarico, l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este e sua moglie Sofia, avevano risparmiato la coppia. Lo studente Gavrilo, che nel frattempo si era rifugiato in una birreria di Sarajevo, si vide di nuovo davanti agli occhi - anzi alla sua pistola semiautomatica, una Browning FN Model 1910 calibro 7,65×17 mm di fabbricazione belga- il corteo delle auto austriache, con la capote abbassata. Due colpi o forse tre, e non ci fu scampo per i due ‘nemici’ del sogno nazionalista serbo-bosniaco. Erano da poco passate le 10.00 del 28 giugno 1914.

La Graef e Stift, modello 1910, l’auto con i due feriti a bordo, corre a tutta velocità, guidata dall’autista triestino Cirillo Diviak, cercando riparo e soccorsi, in una scena che anticipa quanto succederà a Dallas nel 1963, mezzo secolo dopo, con il presidente Usa J.F.Kennedy, con a fianco la moglie Jacqueline, colpito a morte dagli spari di Lee Harvey Oswald. Lì le immagini televisive finirono in mondovisione, in questo caso le foto, e i disegni dell’agguato, sulle prime pagine dei giornali di tutta Europa, con le edizioni straordinarie.

Titoli a nove colonne che anticiparono quelli che sarebbero arrivati nei giorni successivi: dall’attentato di Sarajevo sarebbe infatti nata la Prima Guerra mondiale, con la dichiarazione di guerra dell’Austria-Ungheria alla Serbia, che portò sangue e distruzione in tutto il Vecchio Continente. Alla fine delle ostilità furono almeno 15 milioni i morti, tra i soldati e i civili, uccisi dalle mitragliatrici in trincea, dai gas e dalle bombe. Ma anche dalla fame e dal freddo.

Tornando a Princip, fu salvato dal linciaggio e fini nel carcere duro di Terezin. Condannato a 20 anni, si salvò dalla pena capitale perché troppo giovane per la forca. Ma morì di tubercolosi, il 28 aprile del 1918, all’età di 23 anni, pochi mesi prima della fine del conflitto che (forse) aveva scatenato con il suo gesto.

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