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Venezia, il bilancio di Barbera: "Cinema in mezzo al guado fra crisi e rilancio"

07 settembre 2014 | 13.15
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Baratta: "I numeri della rassegna come quelli del 2013 in un momento in cui tutto cala". Leone d'Oro al 'Piccione' di Andersson. Migliori attori Alba Rohrwacher e Adam Driver. Il Leone d'Argento al russo Konchalovsky (FOTO). 'The Golden Era' chiude la Mostra. L'ultimo red carpet

Paolo Baratta e Alberto Barbera
Paolo Baratta e Alberto Barbera

"Il cinema è esattamente in mezzo al guado fra crisi e rilancio. La domanda c'è, bisogna trovare le strade per dare le risposte giuste per soddisfarla e sono i grandi player del mercato che devono trovare le soluzioni. Di certo si andrà verso la coesistenza fra le sale tradizionali e il consumo attraverso il web". La 71esima Mostra del cinema di Venezia si è conclusa e il suo direttore, Alberto Barbera, guarda al dopo festival, al mercato che accoglierà titoli premiati e non, sottolineando che "il nostro lavoro finisce facendo vedere qui i film nel modo migliore, poi inizia il lavoro dei distributori".

"Oggi il problema è la ridefinizione in corso del mercato, della sua struttura, della sua capacità di tenuta, di fronte alla sfida delle piattaforme digitali. Quando si dice che la pirateria assorbe il 50% dei consumi di cinema non si danno cifre a caso", aggiunge Barbera.

Di cifre, quelle di questa edizione della Mostra in raffronto alla scorsa, parla il presidente della Biennale, Paolo Baratta: "Gli accreditati sono stati 7.300, quasi esattamente gli stessi del 2013; gli incassi totali sono stati di 1,3 milioni di euro (biglietti ed accrediti, ndr),anche questi come lo scorso anno; le proiezioni sono lievemente calate, da 120 a 104, per effetto della diversa pianificazione nell'uso delle sale; le singole presenze al complesso delle proiezioni sono state 128mila contro le 126mila e 800 dell'anno scorso e le visioni in streaming, al terzo anno sono balzate da 600 a 2.300. In un momento in cui tutto si riduce mi sembra soddisfacente tenere, e crescere come è stato per la sezione Orizzonti, logisticamente cresciuta grazie al rinnovamento della sala Darsena e all'attenta selezione di opere fatta da Barbera".

La Mostra scommette su Orizzonti - Proprio su Orizzonti la Mostra punta con decisione, dandole ormai pari dignità con il Concorso, in una visione che in prospettiva può portare più prodotti autorali appunto in Orizzonti e lasciare spazio a film di maggiore 'richiamo' in Concorso. Una linea che sembra essere nelle cose ma che richiede un continuità di direzione artistica: Barbera scade a fine 2015, insieme al cda della Biennale che lo nomina, Baratta ha già proposto una modifica statutaria che consenta al consiglio uscente di nominare il direttore per l'anno successivo, sfalsando così i mandati; se l'otterrà potrà prorogare Barbera di un anno, consentendogli di completare la rimessa a punto della Mostra.

A chi gli chiede se accetterebbe la proroga, curando così sia la prossima sia la successiva edizione della Mostra, Barbera risponde diplomaticamente "non chiedetemelo adesso che abbiamo appena finito questa edizione" e Baratta interviene sorridendo con una battuta: "non glielo ho ancora proposto".

Mandato lungo e costante 'arricchimento' di orizzonti permetterebbero di creare le condizioni per dare spazio al cinema meno autorale, senza penalizzare in alcun modo quello di alta qualità artistica. Quest'anno, ad esempio, nessun premio per gli Usa: "E' chiaro che per impatto mediatico, per rafforzare il rapporto con le major, farebbe comodo che vincesse un film hollywoodiano; ci darebbe un gran mano ma le decisioni delle giurie non si discutono", sottolinea Barbera. La chiave è dunque la selezione e la precondizione le caratteristiche dei contenitori a disposizione .

Le decisioni delle giurie Barbera non le discute, in assoluto, "non è compito mio, semmai dei critici cinematografici. Non l'ho mai fatto e non lo farò mai", anche e soprattutto per quanto riguarda l'esito dei film italiani in concorso per i quali, comunque, pronostica ottimi risultati nelle sale. Barbera è fermo anche nel ribadire il divieto per i giurati a discutere, illustrare individualmente i percorsi di decisione seguiti dalle giurie, al di fuori delle conferenze stampa finali collettive, "sarebbe una mancanza di rispetto di un giurato nei confronti degli altri, quello che conta è la decisione finale".

La prossima edizione della mostra, nella tradizionale pendolarità fra gli ultimi giorni di agosto e i primi di settembre, partirà il 2 settembre 2015, questa intanto archivia, oltre ai Leoni ed ai numeri indicati da Baratta, un buon esito del più giovane fra i suoi comparti, quello del mercato: giunto alla sua terza edizione, "è dedicato alla nicchia del cinema di autore, non è paragonabile a quello di Cannes o di Berlino, ma offre la possibilità di chiudere in Italia contratti che magari prima richiedevano di spostarsi, ad esempio, a Toronto. E contratti se ne sono chiusi quest'anno", rivendica Barbera.

Baratta rivendica in particolare, e sottolinea, il profilo alto ma concreto di Biennale College che "trasforma nell'arco di un anno delle idee in dei film finiti che poi non restano fermi ma arrivano nei festival, nelle sale". Nei prossimi giorni, intanto Venezia 71 arriverà a Roma, dal 10 al 15 settembre, e a Milano, dal 15 al 24 settembre, con le consuete selezioni dei 'propri' film.

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