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Pompei: Franceschini, turisti davanti a cancelli chiusi danno incalcolabile

06 novembre 2014 | 11.36
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Oggi, come ieri, mille turisti chiusi fuori dagli scavi in attesa di poter entrare. Per il titolare del Mibact è una figuraccia che ricade sull'immagine dell'Italia intera. Revocata l'assemblea di domani. Per il soprintendente Osanna protesta dipendenti pretestuosa. L'appello di Enrico Fontana, coordinatore di Libera /Video

Gli scavi di Pompei deserti (Foto Infophoto)
Gli scavi di Pompei deserti (Foto Infophoto)

Cancelli chiusi, turisti in coda e polemica sempre più calda. Questi gli effetti del secondo giorno di assemblea dei dipendenti di Pompei, con cancelli chiusi fino alle 11, come era già successo ieri. Oggi poco più di mille turisti hanno affollato il piazzale davanti all'ingresso degli scavi, in attesa di poter entrare, ieri il loro numero aveva sfiorato i 2.000, il numero si è evidentemente ridotto per il clamore sulla vicenda che ha disincentivato i visitatori.

L'intervento di Franceschini - Sulla vicenda interviene via Twitter il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, scrivendo: "A Pompei seconda mattina di assemblea e ancora turisti davanti ai cancelli chiusi. Un danno incalcolabile per l'immagine dell'Italia intera", quanto alla materia delle assemblee, alle carenze di organico negli scavi, Franceschini scrive in un altro tweet "da quando sono ministro a Pompei sono arrivate 78 persone per superare le carenze di personale. E altre 75 arriveranno entro dicembre".

Alle parole di Franceschini fanno eco, sempre su Twitter, quelle del senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura a Palazzo Madama: "Ha ragione il ministro Dario Franceschini: due giorni di assemblea dei lavoratori di Pompei sono un danno per il Paese. I cancelli chiusi sono intollerabili".

Domani il copione, assemblea e apertura ritardata, si sarebbe dovuto ripetere ma non sarà così: l'assemblea è stata infatti revocata . A renderlo noto è stato il soprintendente Massimo Osanna, che, all'Adnkronos, spiega che il "sito è stato riaperto alle 11 dopo la conclusione dell'assemblea di oggi e resterà aperto fino alle 17. Per domani, invece, l'assemblea è stata revocata. Mi è stato richiesto di anticipare la contrattazione sindacale con all'ordine del giorno il riordino del servizio di vigilanza, già prevista per il 19 novembre, a martedì prossimo. Ipotesi, questa, che ho accettato ben volentieri. Per questo motivo l'assemblea di domani è stata revocata".

Quanto al merito della protesta del personale di Pompei, che ha dato vita alle assemblee, per Osanna è "pretestuosa". La pensa così il soprintendente di Pompei, Massimo Osanna che, all'Adnkronos, spiega: "Un dei punti della protesta ruota intorno alla mancata riorganizzazione delle squadre di vigilanza. Peccato che l'iter e il dialogo erano già avviati da tempo ed era stata fissata una data per una contrattazione su questo punto. Questo aspetto della protesta sindacale non mi è dunque chiaro".

Osanna sottolinea, poi, che l'altra questione sollevata dalle agitazioni sindacali "era l'assunzione di personale attraverso la convenzione Ales, società in house del ministero dei Beni culturali. Personale che sta lavorando alacremente e in maniera più che soddisfacente".

Nel dettaglio, spiega il soprintendente, "con la convenzione Ales, sono stati assunti 30 nuove addetti alla vigilanza con cui abbiamo assicurato la maggiore fruizione dell'area con la piena soddisfazione dei turisti. Si protesta perché vengono presi a tempo determinato delle persone per due anni? Qual è l'alternativa? Non assumerli, lasciandoli a spasso senza aprire le domus? Il buon senso dovrebbe funzionare per tutti. Sono sempre stato aperto al dialogo - conclude Osanna- pronto a mettere in discussione le mie idee. Ma trovo inaccettabile fare assemblee lasciando fuori i turisti che vengono da tutto il mondo".

L'appello di 60mila cittadini - Intanto Circa 60mila cittadini si sono mobilitati in una settimana per riportare l'attenzione su Pompei, chiedendo che il generale dei Carabinieri Giovanni Nistri, direttore generale del Progetto Grande Pompei, venga audito in Parlamento. "Pompei si sta sbriciolando giorno dopo giorno, eppure il suo peggior nemico non è il tempo: è il silenzio", si legge nell'appello di Riparte il futuro, la campagna di Libera e Gruppo Abele contro la corruzione, lanciato online la scorsa settimana e firmato da circa 60mila cittadini.

"Lo stesso silenzio -prosegue l'appello- che ha accolto finora la relazione trasmessa al Parlamento" dal generale Nistri. Un lavoro da cui emergono inefficienze, rischi di malaffare e corruzione, "ma anche tutte le risposte giuste per reagire e salvare davvero Pompei. Puntando sulla trasparenza, la qualità e la legalità", affermano i sottoscrittori. "Per questo chiediamo che le commissioni Cultura della Camera e del Senato convochino immediatamente in audizione, con la massima pubblicità possibile, il generale Nistri affinché possa esporre una relazione fondamentale per delineare la road map verso il salvataggio di Pompei. Road map sulla quale naturalmente vigileremo", si legge nell'appello.

La relazione di Nistri, nominato nel dicembre 2013 dall'allora ministro della Cultura Massimo Bray per gestire in maniera nuova l'emergenza Pompei, denuncia gli intrecci societari e i rischi d'infiltrazione della criminalità organizzata, ma si propone anche la piena trasparenza e la piena accessibilità dei cittadini a tutti i dati e le informazioni disponibili, attivando così un vero e proprio monitoraggio civico sui lavori.

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