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Scrittori: l'archivio di Garcia Marquez vola in Texas

20 novembre 2014 | 14.32
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Il fondo - acquistato dall'Università di Austin - comprende manoscritti, lettere, album fotografici e cimeli appartenuti all'autore del capolavoro "Cent'anni di solitudine". Il college statunitense: "E' la sede naturale". Uno dei figli dello scrittore, Gonzalo García Barcha: "Governo colombiano non si sono mai fatti vivi né hanno fatto un'offerta"

Scrittori: l'archivio di Garcia Marquez vola in Texas

L'archivio dello scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez, scomparso lo scorso 17 aprile all'età di 87 anni, feroce critico dell'imperialismo americano, tanto da non ricevere per lungo tempo il visto per viaggiare negli Usa, è stato acquistato dall'Harry Ransom Center dell'Università del Texas, che ha sede ad Austin.

Archivio che contiene documenti che riguardano la vita e il lavoro di oltre mezzo secolo dello scrittore colombiano e che comprende manoscritti originali di dieci libri (la maggior parte in spagnolo come il famoso 'Cent'anni di solitudine), più di 2.000 lettere (incluse quelle di Carlos Fuentes e Graham Greene), bozze del suo discorso preparato in occasione del Premio Nobel nel 1982, più di 40 album di foto, macchine da scrivere e pc e una serie di ritagli di giornali sudamericani e del resto del mondo meticolosamente raccolti durante la sua carriera. Nell'archivio ci sono anche le bozze del romanzo inedito 'Ci vediamo ad agosto', le ricerche fatte per 'Il generale nel suo labirinto' (1989) e un dattiloscritto con diverse correzioni del romanzo 'Cronaca di una morte annunciata" (1981).

"L'Università del Texas di Austin, specializzata tanto in studi latino-americani quanto nella conservazione e lo studio del processo di scrittura, è la sede naturale per questa importante collezione". Così in una dichiarazione Bill Powers, presidente dell'università del Texas.

Presso l'Harry Ransom Center 'alloggiano' i lavori di altri importanti scrittori come Jorge Luis Borges, William Faulkner e James Joyce. "Questa acquisizione rappresenta un importante ampliamento degli archivi letterari del centro. L'influenza del romanzo di García Márquez, nella seconda metà del XX secolo, è importante quanto quella di James Joyce nella prima metà", ha detto il direttore Stephen Ennisin un comunicato.

"Siamo lieti che l'archivio di Gabo si trovi al Ransom Center, dove generazioni di studiosi e appassionati approfondiranno la comprensione della sua vita e l'eredità letteraria,", ha detto Rodrigo García, figlio dell'autore, nel comunicato dell'università di Austin.

Gabriel Garcia Marquez aveva espresso più volte dubbi sull'opportunità che gli studiosi potessero gettare lo sguardo nelle sue carte autografe, tanto che il suoi biografo Gerald Martin nel 2009 rivelò che l'autore aveva distrutto le note preparatorie di 'Cent'anni di solitudine'.

E' un peccato che l'archivio di Márquez non sia rimasto in Colombia. A 'lamentarsi' è il governo del Paese sudamericano. Il ministro della Cultura Mariana Garces ha detto che, è vero che "presso l'università del Texas ci sono significative collezioni letterarie", ma per la Biblioteca nazionale della Colombia sarebbe stato un onore avere l'archivio dello scrittore morto lo scorso aprile in Messico. "E' un vero peccato non averlo", ha aggiunto Garces.

Uno dei figli dello scrittore, Gonzalo García Barcha, ha detto sottolineato a 'Blu Radio' che l'archivio non è stato donato ma è stato venduto dalla famiglia al college statunitense non avendo ricevuto nessuna offerta dalla Colombia. Barcha García ha poi aggiunto che la famiglia voleva che l'archivio dello scrittore fosse 'alloggiato' in un posto dove ci sono "collezioni simili" in modo da essere in "buona compagnia". "Il governo colombiano non si è mai fatto vivo né ha mai fatto alcuna offerta (...) La famiglia, non avendo ricevuto offerte dal governo colombiano ha deciso di dare l'archivio all'Università del Texas", ha aggiunto. Gaitán ha anche sottolineato che la Biblioteca nazionale ha la medaglia di García Márquez ricevuta in occasione del Premio Nobel nel 1982 e la macchina da scrivere su cui ha scritto 'Cent'anni di solitudine'.

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