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Teatro: Luca De Filippo, voglio raccontare mio padre da solo sul palcoscenico

29 aprile 2014 | 16.13
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"Voglio fare uno spettacolo da solo. Andare sul palcoscenico 'in solitaria' e raccontare mio padre Eduardo, i suoi passaggi di vita e di teatro, i suoi cambiamenti". Lo afferma Luca De Filippo (clase 1948), figlio di Eduardo De Filippo, conversando con l'AdnKronos a pochi giorni dalla prima romana, al Teatro Quirino dal 6 al 18 maggio prossimi, di 'Sogno di una notte di mezza sbornia', testo appunto di Eduardo. A rallentarlo nella realizzazione del suo desiderio è il fatto che, confessa lui stesso con autoironia, "io non so scrivere, per me è già complicato fare l'attore e non mi voglio improvvisare autore".

"Sono la terza generazione della mia famiglia a calcare le scene e a motivarmi c'è l'orgoglio di continuare e il piacere particolare della messa in scena, di cui non rimane nulla se non la memoria nella testa dello spettatore: è l'effimero assoluto ma è di una forza assoluta", aggiunge De Filippo che, per gestire una compagnia (la Elledieffe) di questi tempi proprio di orgoglio e forza ha bisogno.

"Il teatro risente della crisi in modo notevole, una crisi -sottolinea De Filippo- arrivata a valle di una stagione di tagli dei fondi pubblici che per noi è iniziata ben prima. Sono momenti difficili, è sempre più complicato mantenere messe in scena di livello alto, non è un caso se tanti spettacoli sono rappresentati con una manciata di attori. La politica ha fatto le sue scelte ma il teatro sopravviverà anche a questo, è un mezzo potente; peccato comunque non dargli il ruolo che meriterebbe, anche nelle scuole. All'estero, in Francia, in Inghilterra, non è così".

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