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Gad Lerner torna inviato con 'Fischia il vento': "I talk sono inflazionati"

25 febbraio 2014 | 17.50
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Gad Lerner torna inviato con 'Fischia il vento':

"Non giudico i talk, li ho fatti per tanti anni e ce ne sono di tanti tipi, ma certamente sono inflazionati: grazie ai costi bassi è stato conveniente per le tv generaliste farne sempre di più, tanto che la torta degli ascolti ormai si deve dividere in tante, troppe fettine". Gad Lerner parla così, all'Adnkronos, dei talk sulle televisioni italiane, alla vigilia dell'inizio della sua nuova trasmissione: 'Fischia il vento', reportage fuori dallo studio, in giro per l'Italia, in onda da domani sera ogni mercoledì, per dieci puntate, su laeffe (canale 50 del Dtt), la tv di Feltrinelli, coprodotto da quest'ultima e da Repubblica.

"Sto girando l'Italia come una trottola, non sto fermo un giorno e questo non dico che mi fa tornare giovane, cosa purtroppo impossibile, ma -prosegue Lerner- mi rassicura sul fatto che non ho perso la curiosità. Una perdita che è la cosa più terribile che possa succedere a un giornalista. Sono tornato al mio mestiere di inviato, quello da cui sono partito".

"Alla soglia dei 60 anni ho voluto permettermi questo lusso di essere ancora curioso, di ricominciare dal basso, da una cosa piccola. Laeffe è un esperimento nascente, ma proprio questo mi regala un grande libertà: dopo tanti anni sarò libero per la prima volta dall'ansia da share", sottolinea Lerner che nelle, per ora, 10 puntate di 'Fischia il vento' intraprende un personalissimo percorso al confine tra inchiesta, intervista e reportage, andando a 'vedere sul posto', per raccontarle, le trasformazioni che l'Italia sta vivendo, ascoltando i protagonisti, raccogliendo le testimonianze ma anche gli umori, la rabbia e le speranze.

Di questa libertà dall'ansia di share il giornalista sta usando per tornare sulle strade e tra la gente, come nella prima puntata in onda domani sera, già girata, dove Lerner è sul treno Milano-Roma, in compagnia degli artigiani e dei commercianti diretti nella capitale per manifestare il loro disagio. Una libertà che gli permette di stimolare la 'lezione' di Giovanni Sartori, scienziato della politica e fiorentino illustre, che definisce il suo ex sindaco "peso piuma… malato di velocismo"; che gli permette di dare spazio alla psicanalisi del fenomeno Renzi offerta da Massimo Recalcati.

"Il reportage, l'inchiesta sul campo è come il cinema, dove le cose avvengono; lo studio televisivo trasforma tutto quello che ospita in una foto, immobilizza ruoli e personaggi portando chi ci entra a interpretare se stesso più che a esserlo", sottolinea Lerner che racconta: "Ora giro con il mio quaderno per gli appunti e con a fianco due ragazzi per filmare con le telecamerine la dinamica che si crea tra me e la gente che incontro".

Gente che, afferma Lerner sulla base di quanto ha visto e sta vedendo per il suo programma, mostra di essere "lacerata, contrapposta, anche rancorosa ma in giro c'è pure qualcosa di nobile, pochissimo raccontato; c'è quella che si chiama dispregiativamente 'arte di arrangiarsi' ma declinata attraverso la solidarietà: in assenza di risposte efficaci delle istituzioni e della politica, chi è in difficoltà ha sviluppato mutualismo, cooperazione, sostegno reciproco. E io racconto anche questo"

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