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Musica: Al Bano, canto in dialetto pavese per i Beagles

18 marzo 2014 | 16.54
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Lui la definisce "una follia" che ha accettato per tornare ai suoi 17 anni di emigrato pugliese a Milano, loro lo definiscono "un miracolo". In ogni caso i Beagles ce l'hanno fatta: Al Bano, l'ugola d'oro della canzone italiana, il cantante pugliese simbolo del Sud più verace, ha accettato di cantare in 'Sèngur' ('zingari' in dialetto oltrepadano), l'album che segna il ritorno dell'ironico gruppo pop-rock dell'Oltrepò Pavese.

L'artista di Cellino San Marco interpreta, per la prima volta nella sua vita in dialetto pavese (con leggeri echi milanesi), la cover di 'My Way', il classico di Frank Sinatra. Si intitola 'Mai bei (La tersa gamba)', e racconta l'amaro tramonto di un playboy di provincia, fra donne ormai latitanti, piccole paure e deficit erettivi. "Ho accettato questa piccola follia perché me l'ha chiesto un amico, il giornalista Franco Bagnasco, che è autore del pezzo e anima dei Beagles", spiega Al Bano.

"E poi -prosegue- perché volevo tornare con la memoria ai miei 17 anni, quando, prima di sfondare nella canzone, mi trasferii a Milano per fare il cameriere e dedicarmi a lavori saltuari, come cogliere l'uva in vendemmia dalle parti di Santa Maria della Versa, in Oltrepò Pavese. I Beagles sono di quei posti, e quelle terre le amo e le ho calpestate tante volte. Cantare 'Mai bei' mi ha divertito molto, credo di essermela cavata, giudicate voi, e alla fine, di testa mia, ho messo anche una frase che mi sentivo sempre ripetere in quegli anni a Milano e dintorni".

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