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A Venezia è Al Pacino day: ''Ancora la mia carriera non è atterrata''

30 agosto 2014 | 17.18
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Il divo porta al Lido 'The Humbling', fuori concorso, e 'Manglehorn' in lizza per il Leone: ''Depressione? Un termine che non mi appartiene''. Favino in 'Senza nessuna pietà'/VIDEO

Red carpet per Al Pacino
Red carpet per Al Pacino

. (Adnkronos/Cinematografo.it) - "Ancora la mia carriera non sta atterrando: non so se è una giusta metafora, ma m'è venuta così". Parola di Al Pacino, divo 'uno e bino' del sabato della Mostra di Venezia, dove ha in cartellone 'The Humbling' Fuori concorso e 'Manglehorn' in lizza per il Leone.

Dal romanzo omonimo di Philip Roth ('L'umiliazione', 2009), regia di Barry Levinson, Pacino in 'The Humbling' interpreta un famoso attore di teatro, Simon Axler, che cade in depressione, tenta il suicidio, perde il dono della recitazione, ma, forse, ritrova la gioia di vivere con una donna lesbica (Greta Gerwig) molto più giovane di lui. "Il mio Simon -dice l'attore- è una persona che ha similitudini con tutti noi, un uomo che sente di aver perso tante opportunità, che sta invecchiando: gli anni passano e i sentimenti per il lavoro stanno svanendo, cerca di compensare e diventa una persona confusa, scivola in panico da depressione che si esprime sul suo lavoro". Ma, prosegue Pacino, "il logorio dell'essere umano fa parte di quel che facciamo, dal punto di vista intellettuale ed emotivo ci si logora attraverso la ripetizione della stessa vita. Drammi, droghe, successo, insuccesso, la vita diventa un peso che tutti portiamo". Particolare, poi, quella degli attori: "Li immaginiamo sempre glamour, brillanti, ma non è così".

Ma che registro ha 'The Humbling'? ''C'è comicità, humour, all'inizio del film Simon bacia sia la maschera tragica che quella comica: è insieme tragedia e commedia''. Ovviamente, nell'affollata conferenza stampa fioccano le domande personali, imperversa il gioco di specchi tra finzione e realtà, ma Pacino non si scompone: "Abbandonare la recitazione? Ci ho pensato anche questa mattina, poi vi ho visto e mi sono detto? meglio che continui!". Rimpianti? "Non so se ne ho, sono una persona estremamente fortunata: penso da dove sono venuto, ho avuto problemi da giovane, superato difficoltà, e trovato nella vita qualcosa che voglio davvero fare?".

Ma non è che Pacino sia o sia stato depresso come il suo Simon? "Posso esserlo, ma non ne sono consapevole. Depresso è un termine così sinistro, forse lo sono, ma ora ci penserò, ci rifletto". Comunque non si direbbe, e l'attore spiega perché: "Ho tre figli, che sono fonte di illuminazione per me, come gli amici, i colleghi: tutto questo ha contribuito ad alimentare il fantastico viaggio che ho percorso finora". Viceversa, quello di Robin Williams s'è tragicamente arrestato, e Barry Levinson, che diresse l'attore in 'Good Morning, Vietnam', 'Toys' e 'L'uomo dell'anno', dice: "Era sensibile, intelligente, brillante in modo straordinario, comico in modo non definibile: le cose uscivano dalla sua mente".

Tornando al Pacino Day, invece, in 'Manglehorn' di David Gordon Green (regista di nuovo in Concorso al Lido ad un anno di distanza da 'Joe') l'attore interpreta un ferramenta solitario, che condivide un piccolo appartamento con la gattina Fannye. L'uomo ha un figlio che frequenta di rado, ma non perde occasione per trascorrere un po' di tempo con l'adorata nipotina. Ogni settimana, poi, deposita denaro allo sportello della simpatica Dawn (Holly Hunter), donna con cui potrebbe nascere una tenera amicizia.

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