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Cinema: torna 'Sin City', con Frank Miller e Robert Rodriguez

15 settembre 2014 | 17.43
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Roma, 15 set. - (Adnkronos/Cinematografo.it) - E' ancora 'Sin City', al KadiEs Bar sei personaggi in cerca di vendetta: il giocatore d'azzardo Johnny (Joseph Gordon-Levitt) sfida lo spietato senatore Roark (Powers Boothe); Nancy (Jessica Alba) fa la spogliarellista, rimpiange l'amato Hartigan (Bruce Willis) e viene protetta dal nerboruto Marv (Mickey Rourke); Dwight (Josh Brolin) rivede dopo anni Ava (Eva Green), una femme fatale come nessuna mai, ma è davvero una donna per cui uccidere? Dopo una lunga gestazione, arriva al cinema Sin City - Una donna per cui uccidere, diretto a quattro mani da Robert Rodriguez e Frank Miller: dal 2 ottobre in 400 schermi, la metà in 3D, con Keyfilms.

Entrambi a Roma per l'anteprima del film, Miller (in sedia a rotelle) e Rodriguez si concedono a pubblico e stampa senza filtri, e con grande sintonia perché - dice Miller - ''siamo fratelli separati alla nascita: sul set uno iniziava una frase e l'altro la finiva, alla fine non sapevamo più di chi fosse un'idea. All'inizio - prosegue Miller - non capivo gli aspetti tecnici, ma dopo una full-immersion sono passato dal chiedere 'possiamo farlo?' al 'come al facciamo questa?''.

'Sin City' è tratto dal graphic novel di Miller - in particolare qui è centrale, come da titolo, la storia Una donna per cui uccidere - e sulla new entry Ava Lord il fumettista spiega come ''sia la quintessenza della femme fatale, terrificante, sexy e molto tragica: nel personaggio di Eva Green ritroviamo Bette Davis, Rita Hayworth, Barbara Stanwyck. Mi sono nutrito di fiction crime, noir, e poi c'è al mia immaginazione: parto sempre da uan frase e per Marv è stata 'Conan con il trench', un barbaro in un contesto urbano. Quando ho disegnato Sin City - continua - non credevo fosse adattabile sul grande schermo, ma Robert mi ha fatto ricredere: il merito è suo, ha inventato una nuova forma di cinema''.

(Adnkronos/Cinematografo.it) - Sui nudi femminili nel film, in particolare quelli di Eva Green, Rodriguez afferma che ''erano già nel fumetto, sono eleganti e funzionali alla storia: le attrici non hanno avuto alcun problema'', mentre Miller usa l'ironia: ''Non sto facendo una conferenza in Ohio, non mia spettavo questa domanda a Roma, che cosa avete contro delle belle ragazze nude?''. Del resto, prosegue, ''nell'entertainment Usa c'è ancora spazio per i fuorilegge: senza banditi non ci sarebbero eroi''.

Per la seconda volta Rodriguez e Miller co-firmano al regia - una decisione avversata dai colleghi per cui Rodriguez dovette lasciare la Directors Guild of America dopo il primo Sin City - e il segreto - dice Robert - sta nella ''fedeltà: ho cercato che la visione complessiva di Frank diventasse un film, non è un semplice adattamento''. Ovviamente, Miller concorda: ''Ho sempre pensato che i migliori film tratti da fumetti fossero quelli più fedeli al materiale di partenza: un graphic novel ha un solo autore, un cinefumetto ha troppi capi''. Eppure, confessa Miller, ''oggi non potrei più sedermi al tavolo a disegnare Marv senza pensare a Mickey Rourke''.

Infine, se Rodriguez fece da cavia umana per l'industria farmaceutica per finanziare i suoi primi lavori, Miller rivela: ''No, io a questi test medici non mi sono mai prestato, ma all'inizio ho patito molta fame e camminavo per New York con le scarpe logore''.

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