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Opera Roma: Simona Marchini, si a Pappano su podio, no a fusione S. Cecilia

30 settembre 2014 | 17.20
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Mi dispiace che Muti non si sia concesso un ultimo rischio

''Vedo difficile che due istituzioni come il Teatro dell'Opera di Roma, Santa Cecilia e Auditorium Parco della Musica possano unirsi. Un matrimonio complesso, impraticabile. Si tratta, in fondo, di due gestioni diverse anche dal punto ammistrativo. Questo non significa che il maestro Pappano non possa venire a dirigere all'Opera di Roma''. E' quanto ha dichiarato all'ADNKRONOS Simona Marchini, regista, attrice, promotrice culturale, componente del cda del Teatro dell'Opera di Roma.

''Vedo auspicabile che, anche per alcuni eventi, l'orchestra del Teatro dell'Opera di Roma e quella di Santa Cecilia, possano suonare insieme sul palco del Costanzi'', ha aggiunto Marchini che sull'attuale situazione dell'ente capitolino si è detta rattristata e rammaricata: ''Mi dispiace che un grande maestro come Riccardo Muti non si sia concesso un ultimo rischio nell'affrontare 'Aida', un titolo in cartellone già da tempo''.

Ancora sul Costanzi Marchini aggiunge che ''è tempo di rinnovare contenuti e modalità, ma anche la scelta delle personalità che verranno a dirigere il teatro, dovrà cambiare. Basta nomi proposti dall'alto - ha scandito - occorrono merito, capacità soprattutto esperienza. E' stato bello vedere Derek Deane per la sua 'Cenerentola' all'Opera. Era tanta la gioia dei ballerini di rimanere in sala a provare che non chiedevano di fare la pausa''.

"Bisogna mediare e collaborare, come è avvenuto alla Fenice di Venezia"

''Il sovrintendente Fuortes ha fatto moltissimo per questo Teatro - ha proseguito Simona Marchini - Si è trovato a gestire una situazione drammatica, non di meno ha fatto il sindaco evitando il commissariamento. Fuortes, tra l'altro, ha dovuto mediare con i sindacati, il maestro Muti. Quello che dispiace, oggi, è che una minoranza tiene in scacco il teatro.

"I tempi sono cambiati - ha ricordato Marchini- Oggi avere un posto fisso e uno stipendio mensile è un vero lusso. Chi continua a scioperare e chiedere ancora privilegi è fuori della realtà''.

Per Marchini, forse, una via d'uscita potrebbe esserci: ''Bisogna mediare e collaborare. E' quanto accaduto recentemente, per esempio, al Teatro La Fenice di Venezia. Con la legge Bray il Teatro dell'Opera potrebbe anche essere liquidato - ha ricordato - Ma nessuno lo desidera. Sarebbe traumatico, drammatico. Auspico uno sforzo collettivo - ha concluso- per non chiudere il teatro. Ragioniamo insieme, collaboriamo. Il Comune e le istituzioni danno molto in termini economici al Teatro. E' giusto che il Teatro restituisca qualcosa ai cittadini''.

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