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Opera Roma: accordo nella notte tra sindacati e Fondazione

18 novembre 2014 | 10.50
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La bozza dovrà essere sottoposta all'assemblea dei lavoratori e al Cda della Fondazione lirica. Testo prevede "razionalizzazione del processo produttivo e risparmi su tutta la linea", "decurtazione in busta paga di circa il 10%. Il primo cittadino della Capitale: "Un successo per tutta la città". Fuortes: "Traguardo per tutto il teatro"

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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E' stata raggiunta un'ipotesi di accordo intorno alle 2 di stanotte tra i rappresentanti sindacali dei lavoratori e i vertici del Teatro dell'Opera di Roma. Lo afferma all'Adnkronos Pasquale Faillaci, della Slc Cgil regionale, spiegando che "la bozza dovrà essere sottoposta all'assemblea dei lavoratori, ancora da convocare ma che potrebbe svolgersi anche giovedì prossimo, e al Cda della Fondazione lirica del 23 novembre". A fronte di questo accordo, la governance del Teatro dovrebbe ritirare la procedura di licenziamento collettivo di 182 lavoratori in base alla legge 223/91 e il conseguente piano di esternalizzazione di coro e orchestra.

"Si poteva fare meglio -afferma Faillaci- ma un accordo imperfetto è sempre meglio di un non-accordo. A questa soluzione -sottolinea il sindacalista- si è arrivati grazie a un lavoro di discussione approfondita sul funzionamento del Teatro, uscendo fuori dal tunnel in cui ci eravamo cacciati per via dell'autoreferenzialità imposta dalla governance della Fondazione. Se c'è un accordo oggi lo si deve alle relazioni sindacali".

Il testo prevede la "razionalizzazione del processo produttivo -chiarisce il rappresentante della Cgil- e risparmi su tutta la linea, con comportamenti più vincolanti per tutti. Quanto ai lavoratori, come al solito -rimarca Faillaci- pagheranno il costo più alto con una decurtazione in busta paga di circa il 10%. Salta anche una quota pari a un terzo dell'indennità Caracalla, che a differenza di quanto è stato scritto -sottolinea- non fa parte dell'integrativo ma è la voce 'indennità spettacoli all'aperto' prevista nel contratto nazionale. Siamo così arrivati ai 3,4 milioni di risparmi, anche se sui costi di servizio in capo all'azienda, il Teatro non ha voluto fare tagli significativi. Così come non ha voluto dettagliare i comportamenti vincolanti per aumentare la produzione, ma si è solo limitato a scrivere la parola 'auspicio'. Anche se -conclude- nella stagione 2015-2016 ci saranno più spettacoli".

Di "successo per tutta la città" parla il sindaco di Roma Ignazio Marino che sottolinea: "L’Opera può tornare al lavoro con serietà e serenità”. “Il risultato raggiunto permette di guardare al futuro evitando l’esternalizzazione - sottolinea il primo cittadino della Capitale - Ora tutti, dal Cda all’orchestra e tutti i dipendenti devono lavorare perché l’Opera di Roma possa guardare a traguardi e successi sempre più grandi, anche al di là dei confini italiani. Per questo risultato ringrazio il sovrintendente Carlo Fuortes, le organizzazioni sindacali e l'assessore Marinelli che hanno lavorato con la massima apertura per il suo raggiungimento. E spero che questo possa convincere anche il Maestro Muti, che resta in ogni caso direttore onorario a vita, col tempo, a rivedere le sue decisioni”.

"E' un traguardo raggiunto da tutto il Teatro dell'Opera". Così il sovrintendente della Fondazione lirica capitolina, Carlo Fuortes che aggiunge: "E' il segno di una grande assunzione di responsabilità da parte dei lavoratori e di tutte le sigle sindacali. L'accordo permette alla Fondazione di superare i gravi problemi economici e organizzativi attuali e getta le basi per una maggiore produttività, per una crescente qualità artistica e il mantenimento dell'efficienza economica".

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